Pubblicato il 28 mag 2021 • 2 minuti di lettura
Sai cos'è l'Ashtanga Yoga?
In questo articolo ti parliamo delle sue origini e delle caratteristiche principali che lo contraddistinguono dagli altri stili.
La parola Ashtanga ha due significati. Letteralmente vuol dire “otto”, e fa riferimento agli otto rami dello yoga, che sono:
Allo stesso tempo indica uno stile chiamato Ashtanga Vinyasa yoga, ovvero una pratica basata sul connubio tra coordinazione dei movimenti (o posizioni) ed una corretta respirazione. Questo tipo di yoga che discende a sua volta da un antico testo chiamato Yoga Korunta.
Il promotore principale della disciplina è Pattabhis Jois che, nei primi anni del 1900, ha contribuito alla sua diffusione principalmente in America e poi in tutto il mondo. È a lui che si deve anche la definizione di alcuni aspetti fondamentali dell'Ashtanga. Vediamoli nel dettaglio.
Il Vinyasa, come accennato sopra, si basa sull’equilibrio tra movimenti e respirazione, suggerendo un solo respiro per ogni movimento.
Tutto questo ha un fine, ed è quello di purificare il corpo e il sistema nervoso grazie al calore sanguigno, che permette al sangue di scorrere meglio andando a pulire gli organi interni elasticizzando allo stesso tempo i muscoli.
Il Tristhana è composto da due elementi che vanno adoperati contemporaneamente per una corretta esecuzione dell’esercizio, e sono gli asana che permettono di elasticizzare il corpo, seguite dal respiro, composto ovviamente dalle due fasi (espirazione ed inspirazione).
Eseguendo dei respiri profondi ed intensi aumenta la temperatura corporea che purificano il sistema nervoso.
Per ultimo lo sguardo o Dristhi che corrisponde al luogo su cui ci si deve focalizzare mentre si eseguono le varie posture. Solitamente si sceglie di rivolgere lo sguardo tra uno di questi punti: la punta del naso, le mani, i piedi, l’ombelico.
La pratica dell’Ashtanga yoga prevede quindi l’esecuzione di asana rigorosamente in piedi da svolgere tutti i giorni, ma allo stesso tempo rispettando il riposo settimanale che per tradizione è il giorno del sabato.
L’Ashtanga è una pratica molto impegnativa, di conseguenza sconsigliata soprattutto agli anziani e per chiunque non si trovi in una buona condizione fisica.
Le serie dell’ashtanga yoga sono in tutto sei divise tra prima seconda e terza serie, quest’ultima si articola in tre ulteriori livelli A, B, C.
Le prime due sono le più importanti e soprattutto le più praticate, la terza comprese le sotto-sequenze che la compongono, viene eseguita da un numero molto basso di persone, soprattutto dai più appassionati.
Tutte le serie hanno delle caratteristiche comuni che sono:
La prima serie chiamata anche Chikitsa Yoga, serve ad equilibrare corpo e mente, può addirittura essere considerata una terapia.
Inizia come già accennato con il Saluto al Sole, e si compone poi di 75 Asana eseguiti idealmente in massimo due ore.
Attraverso le varie posture crea quindi un “apertura” del corpo, che una volta raggiunta permette di aprire le anche, elemento fondamentale per una buona riuscita della seduta.
Infatti l’apertura delle anche permette di accedere alla colonna vertebrale e di conseguenza al sistema nervoso, base principale di lavoro nello yoga.
Si conclude con la fase di rilassamento finale nella posizione del “cadavere” o Savasana.
Il passaggio dalla prima alla seconda serie è un momento molto delicato, la complessità delle posture aumenta e di conseguenza solo chi avrà correttamente assimilato lo svolgimento e le varie asana della prima serie potrà poi passare alla seconda.
È chiamata Nadi Shodhana ed ha come funzione principe quella di ripulire i canali interni dove passa il “prana” o più semplicemente l’energia vitale, ed è composta anch’essa da una serie di asana eseguibili idealmente in circa 75 minuti.
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Redazione Fitprime
Allenamento
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