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Pubblicato il 19 feb 2016 • 3 minuti di lettura
Sempre più si conoscono persone colpite da neoplasie (con questo termine si identificano i tumori) e tutti noi, seppur negandola, viviamo con l’angoscia di poterci ammalare.
I principali responsabili, oltre a una certa predisposizione genetica, sono gli agenti cancerogeni.
Con questo termine si identificano una serie di molecole, composti, naturali o di sintesi chimica (prodotti dall’uomo) che sono in grado di mutare il DNA e dar vita a riproduzione incontrollata nelle cellule e quindi dar vita a neoplasie.
Siamo fatti di cellule, dai capelli, ai muscoli, al cuore e al nostro cervello. L'insieme di cellule formeranno i tessuti che a loro volta formeranno gli organi. La vita di ogni cellula è governata dal suo DNA.
Sarà quest’ultimo, attraverso degli stimoli provenienti dall’esterno della cellula, a modificare il suo comportamento, crescita, riproduzione e morte.
Il DNA il alcuni casi particolari può andare incontro a modificazioni, dette anche mutazioni, che cambiano per sempre la vita della cellula stessa e che nel caso si divida in altre cellule, potrebbe modificare interi tessuti ed organi.
Queste modifiche possono avvenire casualmente (uno dei processi per la nascita di nuove specie) oppure per via di altri agenti, sia viventi (come i virus e batteri) che semplici molecole (agenti cancerogeni).
Queste mutazioni avvengono quotidianamente in moltissime delle nostre cellule, ma grazie a sistemi di riparazione e di controllo le cellule vengono “riparate” o distrutte.
Il problema sorge nel momento in cui queste mutazioni sono talmente tante, che sommandosi tra di loro rendono inefficaci i sistemi di controllo ed si avrà una crescita incontrollata di queste cellule modificate e quindi neoplasie.
La maggior parte di questi agenti cancerogeni per entrare a contatto con le cellule dovranno entrare nel nostro corpo; la via preferenziale sarà rappresentata principalmente dalla bocca e quindi soprattutto attraverso il cibo.
Proprio al cambiamento delle abitudini alimentari ed ai nuovi processi di produzione degli alimenti, si attribuisce l’attuale aumento spropositato nell’incidenza (numero di nuovi casi) di neoplasie in tutti i paesi industrializzati.
Vi sono molecole cancerogene contenute naturalmente nei cibi come i nitriti e nitrati nelle carni e nei vegetali, i fitati presenti nella soia ecc. Per fortuna si trovano in concentrazioni del tutto innocue e trascurabili.
Il problema sorge nel momento in cui gli alimenti vanno incontro a processi di cottura o processi di lavorazione per essere immessi nel mercato.
In questi processi di lavorazione vengono aggiunti una serie di additivi con il fine di rendere più appetibili gli alimenti (coloranti, addensanti, conservati, gelificanti, emulsionanti ecc): attualmente si può affermare che quasi ogni alimenti venduto abbia degli additivi al suo interno.
Ci sono un infinità di articoli che dimostrerebbero come l’alta correlazione tra gli additivi alimentari e la formazione di neoplasie, ma purtroppo le industrie alimentari non ne tengono conto e spesso il consumatore medio ne ignora del tutto la pericolosità.
Per far capire quanto si sa a riguardo, ma quanto gli interessi economici spesso prevalgano, ti faccio l’esempio di due additivi utilizzati come dolcificanti ovvero la saccarina e i ciclamati (li troviamo sopratutto in caramelle, sciroppi per dolci, marmellate).
Nella metà degli anni 80 negli stati uniti sono stati dichiarati cancerogeni e ne è stato vietato l’utilizzo e commercio in qualsiasi alimento (divieto vigente tutt’ora). Nel 2000 l’Unione Europea ne ha sancito la totale sicurezza e autorizzato l’utilizzo nell’industria alimentare.
Stesso discorso per l’aspartame, dolcificante che tutti conosciamo visto il suo largo utilizzo, ma che la comunità scientifica classifica come il più potente cancerogeno in commercio attualmente.
Oltre all’aggiunta degli additivi anche processi quali la cottura sono in grado di rendere un alimento cancerogeno, soprattutto in due casi: la frittura e la cottura alla brace.
Nella frittura vengono prodotti e liberati una serie di agenti cancerogeni tra cui l’acrilamide e l’acroleina. Non si deve privilegiare questo tipo di cottura quotidianamente e quando si utilizzerà si deve tener conto di qualche piccolo consiglio per renderla sicura:
Nella cottura alla brace si produrranno una serie di composti idrocarburici altamente cancerogeni, la classica patina nera che troviamo sulla carne.
È buona usanza quindi rimuoverla prima di mangiarla, oppure nel caso della cottura di salsicce, rimuovere la pellicola con cui le abbiamo cotte prima del consumo.
Alla luce di queste brevi considerazioni si può capire quanto il diffondersi sempre più di questo tipo di malattie non è casuale o normale, basti pensare che i nostri predecessori raramente ne erano colpiti.
L’estrema industrializzazione soprattutto nel campo alimentare ne ha rappresentato il terreno fertile per uno sviluppo esponenziale. L’unica cosa su cui agire è quella scegliere consapevolmente un po’ più cosa decidiamo di mangiare e come lo vogliamo mangiare.
Dobbiamo scegliere alimenti e bevande poco raffinate, elaborate, lavorate per la quotidianità e non quegli alimenti tanto buoni, colorati, che durano a lungo ma che a nostra insaputa, anno dopo anno, ci avvelenano e mutano il DNA delle nostre cellule e potrebbero far insorgere un tumore che non sarebbe mai arrivato.
Un concetto più evoluto che sta prendendo sempre più piede nella lotta a queste patologie e che può rappresentare la chiave di volta per un concetto di benessere generale è quello dell’alcalinizzazione del corpo attraverso l’alimentazione.
Per maggiori approfondimenti riguardanti gli agenti cancerogeni, consulta il sito dell'AIRC.
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