La IBS (Irritable Bowel Syndrome) o sindrome dell’intestino irritabile è un FBS ovvero un disturbo funzionale gastrointestinale che affligge il 7-15% della popolazione. In particolare, il sesso femminile risulta più colpito rispetto a quello maschile.
In generale i disturbi funzionali gastrointestinali sono uno spettro di disturbi cronici caratterizzati da:
- .dolore addominale;
- .gonfiore;
- .distensione;
- .alvo alterno (diarrea, stipsi, misto).
Si distinguono da altre patologie del tratto gastrointestinale per:
- .cronicità (maggiore di 6 mesi);
- .frequenza;
- .assenza di anormalità anatomiche identificate dai test diagnostici di routine.
Quali sono le principali cause e sintomi della sindrome del colon irritabile? Come altri FGIDs ha una causa multifattoriale e non completamente delucidata. Tra i meccanismi coinvolti:
- .disregolazione della motilità intestinale;
- .infiammazione;
- .infezioni batteriche e/o virali: l’uso di farmaci ad azione antibiotica può causare aumento della permeabilità intestinale;
- .genetiche/ereditarie;
- .problematiche psicosociali;
- .ipersensibilità viscerale, microbiota e alterata comunicazione asse cervello-intestino.
Esiste una comunicazione diretta tra intestino e cervello: questa avviene tramite una serie di molecole prodotte direttamente dal microbiota intestinale, ovvero l’insieme dei microrganismi che dimorano nel canale digerente dell’uomo.
I sintomi più comuni includono:
- .dolore e/o gonfiore addominale;
- .alvo alterato (diarroico, stitico, misto);
- .flatulenza eccessiva;
- .distensione addominale.
Per quanto questa sindrome non influenzi l’aspettativa di vita, la cronicizzazione e la natura episodica della condizione possono influenzare fortemente le attività quotidiane, soprattutto perché i sintomi possono risolversi periodicamente e poi tornare, oppure possono svilupparsi improvvisamente nuovi sintomi e la severità può modificarsi nel tempo.
La diagnosi deve essere effettuata dal medico in quanto condivide tanti sintomi con altri disturbi di tipo organico, motivo per cui è facilmente confondibile.
Per standardizzare la diagnosi, nel 1980, sono stati sviluppati i criteri di Roma: è necessario che il paziente abbia un dolore addominale ricorrente in media almeno 1 volta a settimana nei 3 mesi precedenti. È necessario che la sintomatologia sia iniziata almeno 6 mesi prima della diagnosi.
Il dolore addominale inoltre deve essere associato almeno a 2 delle seguenti condizioni:
- .defecazione (miglioramento o peggioramento del dolore);
- .cambiamento della consistenza delle feci;
- .cambiamento della frequenza di evacuazione.
Il trattamento della sindrome del colon irritabile inizia con l’identificazione del sintomo predominante e della severità.
Se la sintomatologia non determina un abbassamento della qualità della vita, generalmente si può intervenire con modifiche dello stile di vita (dieta e attività fisica) ed educazione generale del paziente.
Può essere d’aiuto per tutti seguire giornalmente le seguenti norme generali:
- .mangiare lentamente, masticando con cura e stando seduti;
- .evitare pasti abbondanti, non distanziati tra loro da periodi eccessivi di digiuno;
- .evitare di coricarsi subito dopo cena;
- .evitare alcol e bevande gassate;
- .bere almeno 1,5 litri di acqua al giorno;
- .evitare eccesso di caffè, thè.
Oltre i consigli generali è possibile seguire nelle indicazioni dietetiche più precise, di primo e secondo livello.
Tra quelle di primo livello da mettere in atto come primo cambiamento:
- .equilibrare l’assunzione giornaliera di fibra;
- .non assumere più di tre frutti al giorno, i cibi grassi, i fritti;
- .evitare sorbitolo e dolcificanti in caso di variante diarroica.
Le precedenti indicazioni per essere attualizzate necessitano della prescrizione del medico dietologo o del nutrizionista, sulla base degli effettivi fabbisogni nutrizionali individuali, il quale valuterà anche gli effettivi benefici individuali.
Se questi ultimi non sono rilevati sarà consigliabile approdare a una dieta a basso contenuto in FODMAP, protocollo specifico di durata prestabilita.
Cosa sono i FODMAP? Sono carboidrati a catena corta, poco digeribili e lentamente assorbibili, che possono esacerbare in particolari condizioni la sindrome dell’intestino irritabile.
Quali sono?
- 1.Lattosio;
- 2.Polioli;
- 3.Fruttosio;
- 4.Fruttani;
- 5.Glutine;
- 6.GOS, Galatto-oligosaccaridi, rappresentati maggiornamente da raffinosio e stachioso.
La dieta ridotta nel contenuto di questi zuccheri non va considerata come una dieta di esclusione ma di sostituzione dei cibi al alto contenuto di FODMAP con quelli a basso contenuto, nel rispetto dei propri fabbisogni nutrizionali giornalieri, i particolare di ferro e calcio.
La dieta Low-FODMAP comprende 3 fasi: la prima fase prevede una forte riduzione dei FODMAP e ha una durata di 3-6 settimane.
Una seconda fase, di durata variabile, prevede che vengano reintrodotti progressivamente nella dieta i singoli alimenti contenenti FODMAP, per testare la soglia di tolleranza del paziente, verificando i cibi tollerati senza che il paziente avverta disturbi, e questo servirà come riferimento per la terza fase.
In seguito una lista di alimenti consigliati e generalmente tollerati e di alimenti da evitare che possono esacerbare i sintomi.
Ci sono alcuni cibi consigliati da inserire in una dieta per il colon irritabile, vediamoli nel dettaglio:
- .frutta: come banana, mirtillo, pompelmo, uva, melone, kiwi, limone, fragole;
- .dolcificanti: tutti, eccetto i polioli;
- .latte: latte delattosato, di soia, di riso;
- .sorbetti;
- .verdure: come sedano, peperoni, melanzane, fagiolini, lattuga, zucca, pomodoro.
- .frutta: come mele, pere, pesche, anguria, cachi, albicocche, ciliegie, susine, prugne, contenti principalmente sorbitolo e fruttosio in eccesso;
- .dolcificanti: sorbitolo, mannitolo, xilitolo e altri;
- .cereali contenenti glutine;
- .latticini e alternative: fonti di lattosio;
- .legumi, noci e semi: contenenti GOS;
- .verdure: come carciofi, asparagi, broccolo, cavolini di bruxelles, broccoli, cipolle, aglio, per il contenuto in fruttani e mannitolo.
Il contenuto di FODMAP di diversi alimenti è altamente variabile e dipende da fattori come il grado di maturazione (es. banane), variazioni stagionali, clima, tempo e temperatura di conservazione ecc..
In generale nel trattamento della sindrome dell’intestino irritabile è fondamentale considerare altri fattori, come lo stile di vita generale della persona.
Molti episodi possono essere causa scatenante di stress e peggiorare quindi la sintomatologia dell’intestino irritabile e i sintomi stessi possono esacerbarsi anche in situazioni in cui lo stress aumenta.
Perciò oltre l’approccio nutrizionale risulterà fondamentale ancora una volta considerare la persona nella sua complessità e lavorare su queste situazioni trigger che possono creare impedimento nella risoluzione o nel miglioramento della sindrome.
Articolo a cura della dott.ssa Ilaria Aquilea, Biologa Nutrizionista