Published on 14 Apr 2023 - 4 minutes read
Le aziende possono migliorare la qualità lavorativa e la vita dei propri dipendenti grazie ad un buon piano di welfare aziendale.
Ricordiamo che oggi i lavoratori sono alla ricerca del cosiddetto work life balance. Essere un datore di lavoro in grado di tener conto delle esigenze delle proprie risorse aiuta in termini di employee retention. I migliori talenti non sono attratti dalla concorrenza e scelgono, con entusiasmo e consapevolezza, di voler contribuire al raggiungimento degli obiettivi aziendali nei quali sono coinvolti. Inoltre un’impresa che viene così incontro ai desideri dei suoi lavoratori è un’impresa che attira nuovi talenti.
In questo modo la produttività aziendale non può che conoscere una vera e propria impennata.
In questo articolo ti mostriamo nel dettaglio cosa sia un piano welfare aziendale, quali sono i dipendenti che ne possono beneficiare e quali tipologie di servizi puoi decidere di erogare ai tuoi lavoratori.
Per concludere condividiamo con te tre semplici passaggi con cui costruire una strategia di piano welfare che risponda alle tue esigenze aziendali.
Un piano di welfare aziendale è l’insieme di beni, servizi e iniziative che un’impresa sceglie di erogare ai propri dipendenti al fine di fornire loro un equilibrio tra vita privata e vita professionale. In questo modo un buon piano welfare trasforma un lavoratore scontento in una risorsa motivata e produttiva, in grado di svolgere le proprie attività con entusiasmo e partecipazione. Infatti ad oggi il welfare aziendale è sempre più associato al concetto di wellbeing aziendale. In aggiunta un piano di welfare comporta dei vantaggi fiscali per l’azienda stessa, la quale riduce il tasso di turnover del personale, diventa più attrattiva verso nuovi talenti e fidelizza quelli già assunti.
Per mettere in atto una strategia welfare che abbia successo è fondamentale partire sempre dai bisogni e gli obiettivi interni all’impresa. I servizi da offrire ai dipendenti sono molteplici e vanno scelti anche sulla base delle esigenze della popolazione aziendale. Infatti un’impresa che accolga e risponda alle necessità delle proprie risorse diventa un luogo in cui vogliono lavorare talenti più qualificati. Dunque un buon piano di welfare permette all’azienda di avere una migliore immagine e incrementare la sua reputazione. Infatti ricordiamo che, ad oggi, le persone desiderano lavorare in un ambiente positivo, sano e stimolante. Considerare le proprie risorse non solo come una fonte di produttività, ma come individui che hanno bisogno di stare bene sul luogo di lavoro e di un supporto concreto per affrontare situazioni legate alla sfera personale si traduce in un grande vantaggio per l’azienda, sia in termini di fatturato, che in termini di employee retention.
Dal punto di vista del dipendente, un piano di welfare si traduce in una concreta risposta anche alle esigenze della famiglia. Ad esempio è possibile avere un’assicurazione sanitaria o un rimborso delle spese scolastiche dei figli, per poter investire sul loro futuro. In base all’importo erogato dalle aziende, i dipendenti hanno la possibilità di scegliere i benefit di cui necessitano, i quali vengono concessi mediante erogazione diretta o tramite rimborsi.
Esistono figure professionali, i consulenti welfare, in grado di assistere l’azienda nel seguire lo sviluppo del piano per tutto il tempo della sua durata. Infatti è fondamentale valutare costantemente gli effetti del piano welfare rispetto agli obiettivi prefissati e definire gli eventuali aspetti su cui bisogna migliorare.
Il bonus welfare corrisponde al welfare voucher. Si tratta di buoni interamente deducibili, utili per beneficiare dei servizi e dei benefit erogati dalle imprese all’interno della propria strategia di welfare aziendale.
Per spiegare più nel dettaglio, possiamo immaginare il bonus welfare come delle card a cui sono associati dei codici, tramite i quali poter pagare quanto previsto quanto previsto dal piano welfare aziendale, senza che sia il dipendente a spendere di tasca propria.
Infatti ricordiamo che i beni e servizi offerti dal datore di lavoro non fanno reddito e di conseguenza sono completamente detassati. Dunque i bonus welfare non si cumulano con l’imponibile Irpef e nemmeno con il reddito, su cui vengono calcolati i contributi previdenziali. Se il datore di lavoro decide di concedere a un suo dipendente un aumento in busta paga sotto forma di beni e servizi del valore di 1000 euro, tale cifra diventa per il lavoratore un’entrata netta, senza alcuna trattenuta. Inoltre il dipendente può decidere di convertire il premio di risultato in: servizi sanitari, previdenziali o sociali.
Ricordiamo però che il limite massimo entro il quale è possibile concedere ai dipendenti bonus welfare esentasse è di 600 euro. Dal 2022 all’inizio del 2023, all’interno di essi potevano essere inclusi anche dei bonus in denaro in compensazione del pagamento delle utenze domestiche (acqua, gas e luce).
Possono accedere ai bonus welfare tutti i lavoratori dipendenti di aziende pubbliche o private, ma affinchè le somme ad essi destinate siano non imponibili, i beneficiari devono appartenere a determinate categorie omogenee. Facciamo degli esempi: i dipendenti con lo stesso inquadramento, i dipendenti con lo stesso livello contrattuale o i dipendenti con un certo livello di reddito. Inoltre un bonus welfare può essere destinato solo ai dipendenti con figli, al fine di fornire un aiuto concreto per il loro sostentamento.
Mentre tra i familiari che possono avere diritto all’erogazione dei bonus welfare vi sono: i coniugi, i genitori, i figli (sia quelli legittimi che quelli illegittimi, naturali e adottivi), fratelli e sorelle, suocero o suocera e nuora o genero.
I principali bonus welfare che un’azienda può erogare ai propri dipendenti sono:
Per creare un piano di welfare aziendale di successo sono indispensabili tre semplici passaggi. Vediamoli insieme.
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