Published on 9 Jun 2023 - 4 minutes read
Investire nel capitale umano della propria impresa è sempre la cosa giusta da fare. Le aziende hanno la possibilità di offrire ai propri dipendenti una serie di beni e servizi, che rientrano nella categoria di Fringe Benefit, in grado di migliorare il loro work life balance.
Tali beni e servizi non offrono dei benefici solo ai lavoratori: le aziende ne possono trarre un’utilità significativa. Infatti i Fringe Benefit rientrano nel bonus welfare e sono anche fiscalmente agevolati.
In questo articolo ti mostriamo quali sono i vantaggi chiave legati ai Fringe Benefit e attraverso un esempio ne semplifichiamo il principio della deducibilità aziendale. Grazie a un piano welfare la tua impresa abbatte i costi dei servizi erogati ai dipendenti. In questo modo il risparmio è assicurato!
Per le aziende la concessione di beni e servizi ai propri dipendenti è un’ottima opportunità per mostrare di avere a cuore il loro benessere. Letteralmente il termine Fringe Benefit vuol dire beneficio marginale o vantaggi indiretti. Si tratta di un tipo di retribuzione, non corrisposta in denaro, ma sotto forma di beni e servizi, in grado di valorizzare la produttività del singolo lavoratore. Non vi è l’obbligo in forza di norma di legge.
A tutti gli effetti possiamo considerare i Fringe Benefit come delle forme di retribuzione di tipo incentivante. Infatti si caratterizzano come strumenti di valorizzazione della produzione dei lavoratori. Vediamo insieme quali sono i vantaggi chiave a cui va incontro un’azienda che decide di erogare ai propri dipendenti i Fringe Benefit:
Le aziende ricorrono ai Fringe Benefit al fine di diminuire il carico contributivo e fiscale. Infatti tutti i Benefit erogati, inferiori a 258,23 euro, sono esclusi dal concorso nella formazione del reddito del dipendente e impattano positivamente sulla deducibilità aziendale.
L’art. 40 (Misure fiscali per il welfare aziendale) del Decreto lavoro ha previsto che per l’anno 2023 il limite di esenzione generale è innalzato a 3000 euro annui per i beni e i servizi erogati ai dipendenti con figli a carico e per le somme erogate per il pagamento delle utenze domestiche (acqua, energia elettrica e gas naturale). In caso di superamento della somma pari a 258,23 euro, il valore del bene viene considerato imponibile.
Ricordiamo che i datori di lavoro privati possono scegliere di erogare buoni carburante di importo non superiore a 200 euro per lavoratore, il quale va ad accumularsi ai 258,23 euro e che costituisce un benefit ulteriore e autonomo rispetto ai Fringe Benefit. Se il suo valore supera i 200 euro diventa assoggettato a tassazione ordinaria.
I Fringe Benefit, ovvero la retribuzione non in denaro e complementare a quella principale, può essere concessa al singolo dipendente dall’azienda, intesa come datore di lavoro, in modo discrezionale. I beni e servizi erogati costituiscono un costo per l’impresa solo nel momento in cui superano il limite determinato dal Testo Unico delle Imposte dei Redditi. Tale valore corrisponde, come abbiamo già detto, a 258,23 euro.
Per comprendere meglio quali siano i costi per l’azienda legati ai Fringe Benefit, facciamo un esempio. Immaginiamo che un’impresa abbia erogato Fringe Benefit per un importo pari a 750 euro, di cui 550 in buoni acquisto e 200 in buoni benzina, entrambi dei quali non raggiungono la soglia dei 3000 euro. Il dipendente che ne ha usufruito, con un reddito da 28.000 a 50.000 euro, tenendo conto di un’aliquota contributiva pari più o meno al 35€, va incontro ad un guadagno di 262,50 euro. Invece l’azienda conosce un risparmio fiscale pari al 24% del costo totale deducibile ai fini IRES. Inoltre potrebbe continuare a erogare beni e servizi allo stesso dipendente per un importo complessivo di ancora 2450 euro.
Se invece l’azienda eroga Fringe Benefit per un valore di 3200 euro e di 300 euro di buono benzina, entrambi finiscono per concorrere alla formazione del reddito del dipendente e di conseguenza vanno incontro ad un’imposta pari a 1225 euro. Infatti in questo caso il valore del bene è da considerarsi interamente imponibile.
Il datore di lavoro ha il compito di tenere conto di tutti i valori che sono stati percepiti dal dipendente durante il rapporto lavorativo con lui intrattenuto e anche di quelli percepiti nel corso di altri rapporti. Inoltre ricordiamo che quando un rapporto lavorativo viene interrotto prima della fine dell’anno solare e il dipendente ne intraprende uno nuovo presso un altro datore di lavoro, si deve calcolare un unico periodo di imposta.
Le principali imposte sono l’IRES ( Imposta sul reddito della Società), che prevede un’aliquota fissa del 24% e l’IRAP (Imposta regionale sulle attività produttive), che invece prevede un’aliquota fissa pari al 3,9%.
Un’impresa che decide di erogare ai propri dipendenti i Fringe Benefit è di certo un passo avanti rispetto alla concorrenza. Infatti i servizi e i beni offerti non costituiscono un costo oneroso per l’azienda, anzi sono deducibili entro un certo limite. Tale valore è imposto dal Testo Unico delle Imposte dei Redditi ed è pari a 258,23 euro. Per l’anno 2023 il limite di esenzione generale è stato innalzato fino a 3000 euro annui per i servizi e i beni erogati a lavoratori dipendenti con figli a carico, oltre che per le somme destinate al pagamento delle utenze domestiche.
Per un’azienda tutti i costi dei beni e dei servizi erogati ai dipendenti all’interno di un piano welfare comportano una totale deducibilità fiscale, che ovviamente si traduce in un vero e proprio risparmio aziendale. In questo modo l’impresa può dedurre dall’imponibile del reddito aziendale tutti i costi relativi ai Fringe Benefit. Entrando più nel merito, possiamo dire che nel momento in cui si riduce l’importo su cui calcolare le aliquote, si riducono anche le tasse. Facciamo un esempio: se un’azienda ha un imponibile pari a 1 milione di euro e offre ai propri dipendenti beni e servizi pari a 100.000 euro, il suo imponibile scende a 900 euro e l’importo totale delle tasse da pagare diventa di 250.100 euro. Dunque l’impresa, grazie al welfare aziendale, risparmia 27.900 euro.
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