Published on 20 Apr 2023 - 4 minutes read
I lavoratori affetti da infermità fisica o mentale, causata da una malattia o una grave patologia riconosciuta, possono godere delle prestazioni previdenziali. Prestazioni previdenziali: scopri quali diritti spettano ai lavoratori con infermità fisica o mentale. Regolamento e tempi di erogazione delle prestazioni. Evita la prescrizione e la decadenza.
In questo modo sono tutelati economicamente, in quanto avviene comunque un trasferimento di denaro che va a sostituire il reddito che riceverebbero se potessero svolgere normalmente la loro attività lavorativa.
In questo articolo condividiamo con te le principali prestazioni previdenziali. Ti mostriamo poi il regolamento della Cassa Forense relativo a tali forme di previdenza. Infine ti spieghiamo cosa avviene quando una richiesta di prestazioni previdenziali finisce in stato di prescrizione o in stato di decadenza.
Quando si parla di prestazioni previdenziali si intendono le prestazioni e i servizi che un’azienda eroga in favore dei suoi lavoratori, che siano dipendenti, parasubordinati o autonomi. L’impresa deve versare in loro favore i contributi previdenziali, presso gli enti o le casse di previdenza a cui sono iscritti. I lavoratori però devono essere affetti da infermità fisica o mentale, a causa di malattie gravi e invalidanti, tra cui le patologie oncologiche.
Vediamo insieme quali sono le prestazioni previdenziali che un’azienda può offrire ai propri dipendenti.
L’assegno ordinario di invalidità: si tratta di una prestazione erogata dall’INPS ai lavoratori le cui capacità lavorative sono ridotte a meno di un terzo a causa di un’infermità, fisica o mentale, accertata. Ha una durata triennale, ma può essere rinnovato. Allo scadere del terzo rinnovo diventa definitivo. Quando il lavoratore raggiunge l’età pensionabile, automaticamente l’INPS trasforma l’assegno in una pensione di vecchiaia.
Per ottenere l’assegno ordinario di invalidità bisogna rispettare alcuni requisiti amministrativi. Infatti nei cinque anni che precedono la domanda, il lavoratore deve possedere 156 contributi settimanali, che corrispondono a 3 anni, per un totale di 260 contributi settimanali, che corrispondono invece a 5 anni.
Se tale forma di prestazione previdenziale è associata ad altre forme di reddito, ne è prevista una riduzione. Ricordiamo che per richiederlo è necessario allegare alla domanda il certificato medico che attesta la presenza effettiva di una malattia invalidante e dunque l’infermità fisica o mentale.
La pensione di inabilità totale: conosciuta anche come pensione di inabilità civile è una prestazione economica erogata in favore dei lavoratori ai quali è riconosciuta una inabilità lavorativa totale e permanente E’ concessa in una fascia di età compresa tra i 18 e i 67 anni. I lavoratori che richiedono tale forma di prestazione previdenziale devono possedere un reddito non superiore a 17.050,42€. Inoltre la pensione di inabilità totale è compatibile con lo svolgimento di un'eventuale attività lavorativa.
Dopo aver inoltrato la domanda, passaggio che può avvenire in forma telematica, il lavoratore deve presentarsi presso un’apposita Commissione Medica che effettua una visita di accertamento sanitario.
L’assegno mensile per l’assistenza personale e continuativa ai pensionati per inabilità: si tratta di una prestazione previdenziale rivolta ai titolari di pensione di inabilità civile i quali riscontrano grande fatica nella deambulazione e sono affiancati in modo permanente da un accompagnatore oppure non sono in grado di compiere gli atti della vita quotidiana.
Tale assegno però non è compatibile qualora il lavoratore usufruisca di analoghe forme di prestazione previdenziale.
Per prestazioni previdenziali si devono intendere quelle di natura strettamente pensionistica, quelle di natura assistenziale e quelle per le prestazioni temporanee (maternità disoccupazione ecc..)
I requisiti e la procedura per accedere alle prestazioni previdenziali cambiano a seconda della gestione previdenziale a cui è iscritto il lavoratore.
La Cassa Forense è l’ente previdenziale italiano che si occupa della gestione delle pensioni degli avvocati e di tutti i professionisti appartenenti al settore giuridico. Dunque ha il compito di assicurare agli avvocati un trattamento di carattere previdenziale e di carattere assistenziale anche a favore dei loro congiunti. Inoltre gestisce le forme di previdenza integrativa.
Il regolamento della Cassa Forense stabilisce le norme relative all’erogazione delle prestazioni previdenziali a cui hanno diritto gli iscritti.
Le principali prestazioni previdenziali che eroga sono:
La pensione di vecchiaia: consiste in una rendita vitalizia corrisposta dagli enti pubblici ai lavoratori che raggiungono l’età pensionabile, i quali hanno maturato i requisiti previsti dalla legge italiana, tra cui gli anni minimi di contribuzione.
La pensione di reversibilità: consiste nella quota parte della pensione complessiva che spetta a un coniuge quando sopraggiunge la morte dell’altro. Si tratta di una prestazione di natura previdenziale e non assistenziale.
Ne hanno diritto anche: il coniuge separato, il coniuge divorziato ma in possesso di assegno divorzile, i figli che alla morte del genitore siano minorenni, inabili, studenti o universitari, ai fratelli e alle sorelle celibi e inabili e ai genitori di età superiore ai 65 anni.
Il fondo sanitario: Si tratta di uno strumento di welfare integrativo con cui garantire ai lavoratori un’adeguata copertura sanitaria. Esistono i Fondi sanitari contrattuali, ai quali possono accedere solo i lavoratori interessati dallo specifico CCNL, i Fondi sanitari aperti, ai quali è possibile accedere liberamente, e le Casse di società di mutuo soccorso che prevedono adesioni collettive o individuali.
Il regolamento della Cassa Forense per le prestazioni previdenziali prevede:
Il regolamento della Cassa Forense per le prestazioni previdenziali permette agli iscritti di conoscere quali sono i propri diritti in termini previdenziali e sapere con anticipo cosa fare per richiedere le diverse tipologie di prestazioni offerte.
La prescrizione e la decadenza sono due istituti giuridici con cui si regolamenta la perdita di un diritto, in questo caso quello relativo al poter usufruire delle prestazioni previdenziali e assistenziali, se non viene rispettato un determinato termine.
Spieghiamo meglio. Se il richiedente non presenta la domanda di prestazione entro il limite di tempo previsto, perde il diritto di far valere tale pretesa in giudizio. Il termine di prescrizione di solito corrisponde a 5 anni dalla data in cui è dovuta la prestazione, ma in alcuni casi la sua durata potrebbe essere modificata e diventare più lunga o più breve.
Invece la decadenza è il termine entro il quale il richiedente deve presentare la domanda di prestazione all’istituzione previdenziale o assistenziale.
Il termine di decadenza può essere di pochi mesi o di uno o due anni, ma in genere varia a seconda della prestazione richiesta.
La prescrizione e la decadenza delle forme di prestazioni previdenziali e assistenziali servono proprio per evitare richieste tardive o eventuali mancate presentazioni alle domande. Dunque per evitare di incorrere nella prescrizione o nella decadenza della propria richiesta è fondamentale conoscere con anticipo quali sono i termini previsti. Per avere le informazioni necessarie ci si può rivolgere agli specialisti del settore, i quali forniscono anche assistenza nella compilazione della stessa domanda.
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