Pubblicato il 26 set 2022 • 2 minuti di lettura
Il tema del benessere aziendale e del ruolo delle organizzazioni per garantirlo è più centrale che mai. Ce lo conferma una recente ricerca condotta da Radical HR e Phyd sull’importanza di portare il total wellbeing all’interno degli ambienti lavorativi, toccando diversi aspetti: mentale, fisico, relativo allo sviluppo della carriera, alla socialità e quello finanziario. Tutti importanti e complementari per raggiungere un unico obiettivo: il benessere all’interno degli ambienti di lavoro.
Una meta con una responsabilità condivisa, dove l’azienda promuove la cultura del benessere per la forza lavoro, ma il processo coinvolge tutti, dal management agli stessi dipendenti: ciascuno con un ruolo chiave da svolgere. Perché una persona che si sente bene nella vita, dà il meglio sul lavoro e questo è il primo passo per raggiungere anche gli obiettivi di business aziendali.
La ricerca ci dice inoltre quanto sia importante condividere i diversi strumenti che le aziende possono introdurre, perché in Italia manca ancora una piena consapevolezza di quali iniziative attuare per sostenere il wellbeing. Spesso si pensa che la risposta sia dare maggiore flessibilità o a fare smart working, ma ciò non non basta.
Sono molte le strategie che il dipartimento HR può compiere per promuovere la felicità sul lavoro ed il benessere delle persone.
Offrire corsi di formazione personale e professionale per migliorare l’apprendimento e sviluppare nuove competenze, attraverso programmi dedicati alla salute fisica, mentale e finanziaria è un ottimo inizio per far sentire le persone più tutelate, anche quando si parla di temi delicati come i soldi.
Infatti gli italiani sono lontani dal costruirsi un benessere finanziario, inteso come la capacità di gestire le risorse economiche, in modo da garantire il soddisfacimento dei bisogni nel presente e nel futuro. Una delle cause è sicuramente il difficile momento che il mercato sta vivendo, che vede un continuo aumento dei prezzi ed una ripresa inflattiva. Lo conferma un rapporto del Global Investor Pulse di BlackRock, dove nel nostro Paese solo il 28% delle persone ritiene di godere di un buono stato di salute finanziaria.
A preoccupare maggiormente gli italiani sono i fattori macroeconomici, come la paura di non avere sufficiente denaro (55%) o di non possedere un’adeguata conoscenza finanziaria (33%).
Anche la Consob inserisce l’Italia all’ultimo posto tra i paesi del G20 in fatto di formazione finanziaria.
Una ricerca condotta da Moneyfarm invece ci dice che + del 27% degli italiani ha problemi di insonnia legati alla sfera finanziaria, che + del 30% ha terminato i risparmi prima di ricevere lo stipendio e che + del 60% non ha sotto controllo le proprie finanze.
Tutto questo ci pone di fronte ad un vero e proprio problema, che non può essere più rimandato. Serve un reale cambiamento, che può partire dalle aziende, introducendo un’etica finanziaria negli ambienti di lavoro ed intraprendendo un viaggio verso il benessere finanziario, che tocca anche quello psicologico. Un percorso verso il cambiamento che però ha bisogno di una nuova cultura, che passa dal welfare al total wellbeing.
Solo mantenendo una serenità finanziaria e lavorativa all’interno degli ambienti di lavoro, aiutando le persone ad intercettare possibili situazioni di disagio e dando loro strumenti per evitare l’indebitamento, potremmo creare un futuro più felice e aziende più solide.
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