Pubblicato il 24 ott 2020 • 4 minuti di lettura
Da diverso tempo si cerca di ridurre il consumo di zucchero raffinato, sostituendolo con valide alternative.
Tutti conosciamo la stevia come uno dei principali dolcificanti a basso contenuto calorico, ma non tutti ne conosciamo le proprietà e i benefici.
Nell'articolo andiamo alla scoperta delle sue caratteristiche principali e di come può essere utilizzato in cucina.
Come anticipato, la stevia è un dolcificante usato per sostituire lo zucchero.
Quest'ultima deriva dalla Stevia Rebaudiana, una pianta appartenente alla famiglia dei crisantemi. C’è però una differenza tra quella coltivata in casa e quella che invece possiamo trovare nei supermercati.
Quest’ultima infatti, non è caratterizzata unicamente dalle foglie della pianta di stevia, ma viene ricavata dall’estratto delle foglie altamente raffinato chiamato Rebaudioside A.
Ciò comporta che i prodotti a base di stevia contengano una percentuale davvero piccola della pianta stessa. Questi sono caratterizzati dunque da un mix di diverse sostanze estratte dalla pianta e, talvolta, da ulteriori additivi.
In commercio, lo troviamo con foglie fresche, estratto in polvere, concentrato liquido e in bustine e sotto forma di compresse dolcificanti.
Ma se può essere utilizzata come un surrogato, qual è la differenza con lo zucchero?
Partiamo col dire che entrambi sono dolcificanti naturali. Lo zucchero proviene dalla diversi ibridi della canna da zucchero mentre la stevia - come precedentemente detto - viene ricavata dalla pianta di Stevia Rebaudiana.
Quanto all'apporto calorico, 2 cucchiai di stevia hanno un apporto di circa 5 calorie e 1 grammo di carboidrati, mentre 2 cucchiai di zucchero, invece, forniscono 30 calorie e 8 grammi di carboidrati.
A questo punto può essere utile conoscere il processo che solitamente viene seguito per l'estrazione del dolcificante:
Tendenzialmente, un pizzico dell'alimento è equivalente ad un cucchiaino di zucchero. Viene principalmente utilizzato in:
Questo ingrediente è circa 300 volte più dolce rispetto allo zucchero tradizionale, per cui può essere lecito chiedersi se la stevia fa ingrassare.
La risposta è che no, un consumo controllato di stevia non è associato all'aumento di peso. Ed è proprio per questo motivo, infatti, che viene considerata come un ottimo sostituto alimentare dello zucchero, consigliato a chi vuole iniziare un percorso orientato al dimagrimento.
Così come la stevia, anche i dolcificanti artificiali hanno un dolcezza significativamente maggiore di quella di una stessa quantità di zucchero.
Alcuni di questi sono contenuti in determinati alimenti processati che si trovano in commercio, quali bevande gassate, prodotti dolciari, budini e caramelle, marmellate e gelatina, alcuni cibi in scatola, latticini e via dicendo.
Ora che abbiamo illustrato cos'è la stevia, le sue differenze con lo zucchero, vediamo insieme quali sono i benefici legati al consumo moderato di questo dolcificante.
Questo alimento introduce un ridottissimo apporto di calorie per cui - lo ricordiamo - viene spesso inserita nelle diete per dimagrire.
La sostituzione dello zucchero con la stevia può aiutare nel controllo del livello di glucosio nel sangue.
Alcuni studi hanno anche riportato come il dolcificante sia in grado di migliorare la sensibilità all’insulina, un ormone coinvolto nei processi di diminuzione del livello di zucchero nel sangue, i quali comportano l'uso dello zucchero stesso come fonte di energia per le cellule.
Altri studi hanno, inoltre, evidenziato come il consumo di stevia sia legato alla riduzione di trigliceridi e all’aumento del livello colesterolo HDL buono nel sangue. A conferma dei benefici derivanti dal consumo di tale dolcificante, riportiamo qui i risultati di uno studio sul rapporto tra utilizzo di stevia e glicemia.
Ajami e colleghi (2020) hanno verificato gli effetti dovuti al suo consumo come dolcificante per il tè nei confronti del livello glicemico e di lipidi in pazienti aventi diabete di tipo II. Quel che è emerso è una mancata divergenza tra il livello di insulina e di glucosio nel sangue, dovuto appunto alla consumazione di stevia.
Questo rende quindi possibile utilizzare la stevia come alternativa allo zucchero da chi soffre di diabete di tipo II, senza la possibilità esperire alcun effetto negativo sul livello glicemico nel sangue.
Difatti, la stevia ha un indice glicemico pari a zero, dunque ciò ci permette di spiegare come mai la sua assunzione non abbia nessun effetto rilevante sulla glicemia.
In ogni caso, sconsigliamo il consumo dell'alimento a chi soffre di patologie alimentari (come il diabete) se non previa autorizzazione del proprio medico curante.
Contrariamente al tradizionale zucchero da cucina, il dolcificante in questione ha un'azione benefica contro la formazione di carie, di placca dentale ed infezioni gengivali.
Inoltre, viene riportato come quest'ultimo abbia una funzione ipotensiva se assunta sotto forma di tè, per almeno 30 giorni.
Questo dolcificante ha poi una proprietà antibatterica in grado di controllare l’acne, la dermatite e l’eczema. Aiuta anche nel miglioramento dell’elasticità della pelle. Difatti le foglie della pianta e lo stevioglicoside, vengono spesso usate per la produzione di cosmetici.
La masticazione delle sue foglie allo stato grezzo andrebbe poi a diminuire il desiderio della sigaretta, andando dunque a ridurre la voglia di fumare.
Nonostante gli effetti benefici del dolcificante siano numerosi, non possono non essere considerati i possibili effetti negativi derivanti dal suo consumo.
Inizialmente, il consumo della pianta era stato altamente sconsigliato, classificandola come alimento tossico. Nonostante sia di origine naturale, quest'ultima è in realtà un alimento altamente raffinato.
I prodotti che contengono estratti della pianta sopra citata, contengono spesso alcuni additivi quali la maltodestrina, la quale è identificata come la responsabile di disregolazioni della flora batterica intestinale.
Secondo uno studio recente, sembrerebbe che la stevia stessa abbia in realtà degli effetti negativi sulla flora batterica intestinale. È stato riportato che la rebaudioside A ha un effetto inibitorio sulla crescita di benefici batteri intestinali pari a circa l’80%.
Ancora, avendo un potere dolcificante 300 volte più intenso rispetto allo zucchero, potrebbe inoltre provocare una maggiore desiderio per alimenti dal gusto dolce.
In alcuni soggetti, la consumazione di prodotti caratterizzati dalla presenza di zucchero fermentato, potrebbero causare problemi al tratto gastro-intestinale e di natura digestiva, quali gonfiore e/o diarrea.
Dal punto di vista dei mancati benefici, non sono state osservate particolari relazioni tra la consumazione di alimenti privi di calorie e riduzione del peso, delle calorie assunte e del rischio di contrarre diabete di tipo II.
Bisogna specificare, tuttavia, che non sono stati compiuti studi sufficienti per rivelare gli eventuali effetti a lungo termine legati alla consumazione dell'alimento, essendo quest'ultimo introdotto nella dieta, relativamente non molto tempo fa.
Ecco dunque le nostre conclusioni sul consumo del dolcificante:
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