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Blue Monday: l'importanza del benessere mentale

di Redazione Fitprime  - 

16/01/2023

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Il terzo lunedì dell’anno è ufficialmente il Blue Monday.

Come molti sanno, il Blue Monday non è veramente il giorno più deprimente dell’anno e non c’è nulla di scientifico dietro questa ricorrenza. 

Le sue origini risalgono al 2005, quando lo psicologo britannico Cliff Arnall individuò una formula per analizzare la tendenza delle persone a prenotare un viaggio, tenendo conto della distanza dal periodo natalizio, del fallimento dei buoni propositi di inizio anno e di altri fattori.

Dai risultati dello studio, nel terzo lunedì di gennaio si è riscontrata la tendenza delle persone a prenotare un viaggio o una vacanza in condizioni di profondo malumore

Sebbene la teoria non abbia riscontrato molto successo nell'ambito scientifico, è comunque una buona scusa per tornare a parlare di benessere fisico e mentale, argomento su cui c'è sempre bisogno di puntare i riflettori.

Infatti, è noto che gli ostacoli che si frappongono tra una persona che avrebbe bisogno di un supporto psicologico ed una seduta sono tantissimi. Ci sono barriere culturali, difficoltà ad accettare le proprie difficoltà e resistenze anche sociali.

Quello che però non dovrebbe assolutamente succedere è la mancanza di supporto economico a chi non può permetterselo. Se la salute non è solo un concetto fisico, una visita medica o una seduta psicologica dovrebbero essere messe sullo stesso livello, soprattutto in questi ultimi anni di pandemia.

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La legge di bilancio 2023 e il settore pubblico

L’Ordine Nazionale degli Psicologi (CNOP), ha pubblicato i risultati di una ricerca condotta nel 2022 su un campione di circa 5.600 professionisti in collaborazione con l’istituto Piepoli: si dice, innanzitutto, che la pandemia «ha influito pesantemente sulla salute mentale» delle persone.

I dati dicono che il 21% dei pazienti ha interrotto il trattamento per problemi economici e che il 27,5% delle persone che avevano intenzione di avviare un percorso non l’ha fatto, sempre per ragioni economiche.

Il “bonus psicologico”, sperimentato nel 2022, sarà esteso anche nel 2023 e 2024 con una copertura maggiore che raggiunge i 5 milioni di euro per il 2023 e 8 milioni decorrere dal 2024. Il limite sale a 1.500 euro a persona (nel 2022 era di 600 euro a persona con parametrazione alle diverse fasce Isee entro i 50.000 euro).

Il "sostegno delle spese relative a sessioni di psicoterapia fruibili presso specialisti privati regolarmente iscritti all'albo degli psicologi", che era stato legato all'aumento delle condizioni di fragilità psicologica dopo la pandemia, diventa quindi un supporto stabile e non più emergenziale.

Rimangono pochi i fondi rispetto alle reali necessità. I numeri ci dicono che solo una richiesta su dieci è stata effettivamente coperta dal “bonus” e neanche l’aumento dei fondi sarà sufficiente a raggiungere una copertura sufficiente.

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La situazione nel privato

In tal contesto diventa importante il ruolo di quelle aziende che si stanno muovendo per offrire servizi di consulenza psicologica alle proprie persone.

Se passiamo la maggior parte del nostro tempo quotidiano in azienda, il tempo che passiamo a casa e quello che passiamo in ufficio non potranno che contaminarsi l'un l’altro, in maniera positiva, se la nostra vita privata o lavorativa è soddisfacente, o negativa nel caso opposto.

Importante è una cultura aziendale rivolta al dialogo e dei manager capaci e formati per identificare i sintomi di un malessere nei propri colleghi. 

I dati emersi nella recente indagine BVA-Doxa sul benessere mentale nelle aziende italiane confermano che 9 persone su 10 ritiene importante che l’azienda si occupi attivamente della salute psicologica dei propri dipendenti. 

Un’altra ricerca che ha analizzato dei dati simili, è stata effettuata da Deloitte (Millennial and GenZ Survey 2021), e sostiene che un terzo dei giovani a livello globale afferma di essersi assentato dal lavoro a causa dello stress e dell'ansia causati dalla pandemia

Inoltre, circa il 40% degli intervistati ritiene che le aziende presso cui lavorano non abbiano fatto abbastanza per sostenere il loro benessere mentale durante questo periodo così delicato.

Un altro dato ugualmente importante riguarda il numero di intervistati che non hanno parlato ai propri responsabili dello stress mentale accusato durante la pandemia (il 68%) evidenziando come esista una resistenza culturale molto forte verso questa tematica.

Di fronte a questi numeri è chiaro come le aziende non possano più ignorare questi messaggi e promuovere ambienti di lavoro aperti e inclusivi, dove le persone si sentano a proprio agio nel parlare di stress, ansia o problemi mentali quotidiani.

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Un invito ad occuparsi del benessere mentale

La psicoterapia non è riservata solo alle persone affette da patologie mentali, bensì è un’ottima risorsa per tutti, perché nessuno è invincibile e c'è spesso bisogno di punti di vista esterni che arricchiscono il proprio. 

Andare dallo psicologo è necessario per molte persone. Per altre, non è obbligatorio, certo, ma di sicuro gioverà alla salute mentale ed emotiva. La vita ci presenta situazioni, traumi e momenti difficili che non siamo costretti a saper gestire da soli.

Il mondo della psicoterapia si è evoluto molto ed è possibile trovare diverse correnti, quali la terapia cognitivo-comportamentale  o quelle di terza generazione (mindfulness, terapia umanistica, terapia sistemica, etc), che si basano sul confronto faccia a faccia.  

Imparare a meditare significa imparare a conoscere e regolare i propri stati mentali.

La pratica meditativa permette di essere più “centrati”, meno assoggettati alle ruminazioni mentali e alle circostanze esterne. La ricerca scientifica ha evidenziato modificazioni a lungo termine di alcune aree del cervello fondamentali per il benessere psicologico.

Il protocollo Mindfulness prevede otto sedute a frequenza settimanale più un incontro intensivo e ha come finalità quella di facilitare la riduzione dello stress e del dolore percepito attraverso un addestramento specifico, guidato da un istruttore qualificato.

In diversi studi su popolazioni con una varietà di condizioni cliniche, è stato dimostrato che questo protocollo aiuta le persone a gestire meglio le emozioni e la reattività somatica agli stress della vita, e che tali effetti possono persistere anche a distanza di 6 mesi o più.

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Conclusioni

Il benessere mentale è un concetto complesso e prevede l’intervento di diversi attori.

Il settore pubblico dovrebbe migliorare l’assistenza sia in termini quantitativi che qualitativi, così come il settore privato e le aziende, attori privilegiati, non stanno facendo ancora abbastanza.

Un ruolo chiave però dovrebbe essere ricoperto anche dal singolo, che dovrebbe modificare i propri comportamenti e i preconcetti verso la cura della mente, accettando l’idea che anche la mente vada allenata e riposata, ancor meglio se con l’aiuto di esperti del settore, gli psicologi.

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Redazione Fitprime