Pubblicato il 14 set 2023 • 4 minuti di lettura
E’ importante che un datore di lavoro si prenda cura dei propri collaboratori a 360°. Ecco perché deve offrire loro la giusta tutela sia in ambito contributivo, sia in ambito della previdenza sociale. Ciò deve avvenire non solo quando il dipendente svolge la propria attività lavorativa, ma anche e soprattutto quando non ne è in grado.
I contributi figurativi sono contributi previdenziali che non comportano oneri aggiuntivi a carico del datore di lavoro e nemmeno del dipendente al quale sono erogati. La contribuzione figurativa avviene solo in relazione ad alcune circostanze specifiche della vita professionale di un dipendente. Nel settore privato possiamo individuare:
Lo scopo dei contributi figurativi è quello di tutelare il lavoratore nelle circostanze che prevedono il venir meno della retribuzione e di conseguenza della copertura assicurativa ai fini pensionistici. Ecco perchè vengono accreditati sul conto assicurativo della singola risorsa. L’onero del versamente spetta all’INPS, in quanto corrispondente dell’indennità. In alcuni casi l’ente entra in possesso dei dati necessari mediante la denuncia annuale delle retribuzioni da parte del datore di lavoro. Il lavoratore può anche decidere di rinunciare all’accredito, sia in modo completo, sia per alcuni periodi in particolare. Invece per poter usufruire dell’indennità in casi specifici come quello del servizio militare e del servizio civile è necessaria un’apposita istanza. Anche nella circostanza in cui un lavoratore ottiene una carica sindacale o provinciale è previsto che sia l’eletto a presentare domanda per poter accedere alla copertura figurativa.
Per calcolare i contributi figurativi si deve prendere in considerazione la media delle retribuzioni percepite nell’anno solare durante il quale si verificano eventi da riconoscere, o nell’anno di decorrenza della pensione.
Non sono previsti limiti in relazione all’eventuale accumulo dei contributi figurativi. Tuttavia questa tipologia di contributi conosce delle limitazioni di carattere temporale, che fanno riferimento al momento in cui sono avvenuti gli eventi per i quali è stata prevista l’indennità. Ricordiamo però che quando un lavoratore riceve una indennità di disoccupazione o trascorre periodi in malattia, i contributi figurativi a lui riconosciuti risultano utili solo per il calcolo dell’assegno e non ai fini di maturare gli anni di anzianità necessari per arrivare alla pensione.
Nell’ultimo periodo si è cercato di tutelare le lavoratrici il più possibile soprattutto in merito alla loro possibilità di usufruire del congedo di maternità. In questa circostanza la dipendente può beneficiare dei contributi figurativi anche se non possiede particolari requisiti di anzianità contributiva. Le basta semplicemente essere iscritta all’INPS.
Nel caso di genitori con a proprio carico figli malati di età inferiore agli 8 anni, i lavoratori hanno la possibilità di assentarsi dal lavoro ogni volta in cui sia necessario. Ciò che serve è soltanto presentare un certificato medico in cui venga attestata la malattia del bambino da un operatore sanitario competente.
In Italia nel febbraio del 1992 è stata emanata la Legge 104, conosciuta anche come Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate. Si tratta di una norma finalizzata alla tutela e al sostegno degli individui disabili e dei familiari che se ne prendono cura. Vediamo più nello specifico le sue finalità:
La normativa riguarda tutti gli ambiti della vita delle persone handicappate: familiare, lavorativo, sanitario, sportivo, dell’istruzione, della ricerca scolastica, della ricerca universitaria e dei trasporti e delle infrastrutture.
I primi a poter beneficiare della Legge 104 sono i disabili. Con questo termine si intendono gli individui affetti da minoranze fisiche, psichiche e sensoriali, stabilizzate o progressive, che causano difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa tali da determinare uno svantaggio sociale e di emarginazione. Hanno bisogno di un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale sia nella sfera individuale, sia nella sfera relazionale. Ovviamente l’handicap o l’invalidità devono essere riconosciute da un’apposita commissione medica. Possono beneficiare della Legge 104 anche le persone che si prendono cura dei disabili e svolgono il ruolo di caregiver, che siano familiari entro il terzo grado di parentela. Inoltre la persona che necessita di cure non deve essere ricoverata a tempo pieno all’interno di una struttura specializzata.
La Legge 104 prevede la possibilità di richiedere dei permessi retribuiti che variano in base al singolo caso della persona richiedente. In generale la persona disabile ha diritto a tre giorni di permesso mensile oppure di riposi giornalieri di una o due ore in base al suo orario di lavoro.
Mentre per i genitori con figli disabili i permessi cambiano a seconda dell’età:
Anche ai coniugi, ai conviventi e gli affini entro il terzo grado, spettano tre giorni di permesso mensili, fino a un limite massimo che si calcola in base all’orario di lavoro settimanale.
Per richiedere la Legge 104 bisogna prima di tutto rivolgersi al medico curante. Successivamente lo stesso interessato deve inviare all’INPS il certificato rilasciato dal professionista, che attesti situazioni invalidanti, di handicap o di disabilità.
Per garantire alle persone disabili l’integrazione, la Legge 104 prevede una serie di agevolazioni:
Inoltre ricordiamo che chi usufruisce della Legge 104 è destinato a delle detrazioni fiscali del 19%, oltre che l’applicazione dell’IVA agevolata al 4% per l’acquisto di supporti tecnici e informatici.
Per contributo si intende il prelievo di una parte della ricchezza di qualsiasi individuo contribuente, da parte di un ente dell’amministrazione pubblica. Ha lo scopo di finanziare una spesa pubblica per il soddisfacimento dei bisogni non corrispondenti a una specifica domanda.
Esistono i contributi effettivi e i contributi figurativi. Vediamo insieme la loro differenza.
Contributi effettivi: vengono versati dal datore di lavoro quando la risorsa è regolarmente impiegata come dipendente o dalla risorsa stessa se autonoma.
Contributi figurativi: vengono versati al dipendente che in alcuni periodi e per motivi specifici come malattia, maternità, disoccupazione, cassa integrazione, invalidità, è impossibilitato a lavorare e svolgere le proprie mansioni. Sono erogati dall’INPS, senza alcun onere per la risorsa. Ricordiamo che sono validi ai fini previdenziali.
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