Pubblicato il 11 set 2023 • 4 minuti di lettura
Nell’ultimo periodo i costi della benzina e del gasolio sono aumentati vertiginosamente. Ciò può rivelarsi per i tuoi dipendenti un impegno economico sostanzioso. Lo sapevi che puoi scegliere di aiutarli? Ti basta inserire all’interno del tuo piano di Welfare aziendale l’erogazione dei Buoni benzina, ovviamente esentasse.
Il Bonus benzina, conosciuto anche come Bonus carburante, fa parte della tipologia di benefit e servizi inseriti all’interno di un piano di Welfare aziendale, che le imprese decidono di erogare ai propri dipendenti.
E’ ormai evidente quanto nell’ultimo periodo i costi della benzina e del diesel siano aumentati. Proprio per questo il Governo ha deciso di offrire ai dipendenti delle aziende private il Bonus benzina. Si tratta di un titolo di legittimazione, ovvero un voucher che permette ai lavoratori di acquistare il carburante necessario, che sia esso benzina, gasolio, metano, o GPL. In alternativa permette anche di ricaricare il veicolo elettrico erogato dal datore di lavoro al singolo dipendente.
L’art. 1, comma 1 del Decreto carburanti ha stabilito che i voucher assegnati tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2023 non concorrono alla formazione del reddito del dipendente che ne usufruisce, se il suo importo non supera il limite di 200 euro annui.
Il Bonus benzina è destinato soltanto ai lavoratori del settore privato, di qualsiasi categoria, al di là del reddito e della qualificazione aziendale. Inoltre il Decreto carburante non indica nessuna soglia Isee, dunque il contributo è valido per tutti, non solo per i dipendenti con un reddito particolarmente basso.
Non possono usufruirne, invece, i lavoratori che appartengono al settore pubblico, i collaboratori coordinati e continuativi, i tirocinanti, gli amministratori e i titolari di borse di studio.
Di certo i Buoni benzina costituiscono per i dipendenti un vantaggio in termini fiscali. Si tratta però di un’agevolazione che per il momento ha un carattere temporaneo. Infatti solo per il 2023, i dipendenti di un’impresa possono ricevere gratuitamente dal proprio datore di lavoro un Buono carburante non imponibile. Dunque se non supera la soglia stabilita, il Bonus benzina non è soggetto alla tassazione IRPEF. Tra i vantaggi per i dipendenti ricordiamo anche che i Buoni benzina non prevedono una modulistica da compilare e presentare, per cui risultano di veloce e facile accesso.
Possiamo definire i Buoni benzina come un’agevolazione ulteriore e autonoma rispetto ai cosiddetti Fringe Benefit. Con tale espressione intendiamo i compensi in natura erogati dalle aziende, non sotto forma di denaro ma bensì di servizi e benefici, volti a migliorare la qualità della vita e il benessere dei dipendenti.
Come abbiamo già visto i Bonus benzina sono contributi del valore massimo di 200 euro, esentasse. Non vi è obbligo legato alla loro erogazione, per cui la singola azienda può decidere liberamente se offrirli o meno ai propri dipendenti. La novità introdotta con il Decreto carburante, ovvero la possibilità di concedere il Bonus benzina a qualsiasi titolo, si rivela un vantaggio per il datore di lavoro. Infatti un’azienda può decidere di inserire i Buoni benzina all’interno della propria strategia di Welfare e in questo modo fidelizzare i collaboratori già presenti e apparire attraente agli occhi dei nuovi talenti.
Per le aziende i Buoni benzina si presentano come delle ottime opportunità. Infatti al momento dell’acquisto godono dell’esenzione fiscale, perciò il loro costo è interamente deducibile ai fini IRES o IRPEF. In aggiunta si configurano come un modo concreto per sostenere, ricompensare e motivare la propria popolazione aziendale.
Le aziende private, di qualsiasi settore, possono concedere il Bonus benzina ai propri dipendenti entro il 12 gennaio 2024. La fruizione effettiva di tale servizio può avvenire, da parte del lavoratore, anche successivamente.
Le imprese hanno la possibilità di decidere di erogare i Buoni carburante a personam, anche senza stipulare accordi preventivi con il singolo lavoratore. Dunque il Bonus benzina può essere assegnato volontariamente con accordo di primo o di secondo livello o mediante un regolamento aziendale interno.
Ricordiamo che i Buoni benzina, se necessario e previsti dalla contrattazione, possono andare a sostituire i premi di risultato.
Richiedere il Buono benzina è davvero semplice: non c’è bisogno di presentare alcuna domanda. Infatti l’agevolazione viene direttamente assegnata dall’azienda privata al singolo lavoratore, per un massimo di 200 euro, sotto forma o di Benefit aziendale o di buono sconto.
Ricordiamo che i beni e i servizi che l’impresa sceglie di erogare ai propri dipendenti, durante l’anno 2023, possono raggiungere un valore limite di 458,23 euro. All’interno di tale cifra sono compresi i 200 euro del Bonus carburante e i 258,23 euro degli ulteriori Fringe Benefit.
I Buoni benzina si presentano come dei voucher da presentare al distributore di benzina o di gasolio al momento del pagamento. Così facendo il valore del buono viene scalato direttamente dall’importo da saldare.
Ai fini temporali si rileva il momento di assegnazione del Buono al singolo dipendente e non quello dell’utilizzo.
Il dipendente può decidere di convertire il proprio premio di produttività in un Bonus benzina, applicando il regime fiscale e contributivo previsto per esso.
L’articolo 1 del Decreto Legge n.5 del 2023 (Decreto Carburanti) ha prorogato per tutto il 2023 il Bonus benzina, il quale può essere concesso ai dipendenti, da parte dei datori di lavoro delle aziende private, fino al 12 gennaio 2024. Il Decreto ha anche stabilito che il valore di tale benefit non concorre a formare il reddito del lavoratore, entro un valore limite di 200 euro. La novità apportata quest'anno riguarda la possibilità di concessione del Bonus benzina a qualsiasi titolo, oltre che l’esclusione dell’esenzione contributiva. Dunque nel momento in cui il datore di lavoro sceglie di erogare il Bonus benzina sulla busta paga del dipendente, il benefit non sarà soggetto agli oneri fiscali, ma da quest’anno sarà soggetto agli oneri contributivi. Spieghiamo meglio: fino al 2022 i dipendenti e le imprese hanno potuto beneficiare dell’esonero dei versamenti dei contributi previdenziali a proprio carico, in relazione al valore dei Bonus carburante assegnati quell’anno. L’art. 1, comma 1, secondo periodo, D.L. n. 5/2023 ha escluso la proroga di questa tipologia di esonero. Ecco perché durante il 2023 i Bonus benzina concorrono alla formazione della base imponibile previdenziale del dipendente che ne usufruisce.
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