Pubblicato il 7 nov 2023 • 3 minuti di lettura
L’indennità di trasferta è un beneficio che spetta a tutti i lavoratori che devono viaggiare per lavoro fuori dalla loro sede abituale. Si traduce come un vero e proprio vantaggio anche per le imprese. Infatti attraverso essi appaiono agli occhi delle proprie risorse attente al loro benessere.
Ricorda che quando i dipendenti si sentono apprezzati e supportati, tendono a essere più impegnati e motivati nel lavoro.
Per comprendere cosa si intende con l’espressione indennità di trasferta, ti basta leggere il nostro articolo. Al suo interno vi è un approfondimento sull’indennità di trasferta per il CCNL metalmeccanici e commercio. Non manca poi una spiegazione ulteriore su quando spetta l’indennità di trasferta ai lavoratori.
L’indennità di trasferta è una forma specifica di rimborso spesa. Vediamo insieme di cosa stiamo parlando. Si tratta di un beneficio fornito da un’impresa, che sia essa con un organigramma numericamente elevato, piccola o media, ai propri dipendenti quando devono viaggiare per lavoro fuori dalla loro sede abituale. Questo tipo di rimborso è destinato a coprire le spese extra sostenute dal lavoratore durante il viaggio. Ad esempio per l’alloggio, i pasti, i trasporti e altre spese accessorie.
L’indennità di trasferta può essere concessa in tali circostanze:
Non bisogna confondere la trasferta con il trasferimento. La prima è uno spostamento provvisorio, l’altro una condizione a lungo termine e a volte permanente.
L’indennità di trasferta può essere calcolata in misura fissa o in percentuale rispetto alla retribuzione giornaliera. L’azienda può anche scegliere di stabilire un budget predeterminato. Tale beneficio spetta al dipendente per tutti i giorni in cui è in trasferta. Inoltre sono calcolate le domeniche e le festività.
L’indennità di trasferta è un vantaggio per il lavoratore, ma anche per l’impresa. Evita che i dipendenti debbano sostenere personalmente le spese legate agli spostamenti e consente loro di potersi concentrare sulle proprie attività lavorative. Per l’azienda ciò si traduce in un aumento di produttività delle risorse e nella possibilità di raggiungere gli obiettivi prefissati più velocemente.
L’indennità di trasferta per il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) dei metalmeccanici è definita come uno spostamento transitorio e occasionale per il quale il dipendente svolge le proprie mansioni lavorative lontano dalla sede abituale. Ai lavoratori che rientrano in sede oltre gli orari quotidiani, oppure oltre le 21:00, spetta un rimborso spese. L’indennità per il pernottamento è riconosciuto quando le risorse sono impossibilitate a rientrare a casa entro le 22:00.
Gli importi dell’indennità di trasferta per il settore dei metalmeccanici sono stabiliti da tabelle, definite dall’accordo del 1° giugno 2021 tra Federmeccanica, Assistal, Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil. Sono previsti 44,12 euro per la trasferta intera, 11,92 euro per il pasto meridiano o serale e 20, 28 euro come quota di pernottamento. Rispetto agli altri settori, il dipendente del metalmeccanico non ha la necessità di presentare le ricevute dei costi anticipati. Infatti non è tenuto a compilare la nota spese, se è in grado di dimostrarne l’effettiva necessità. Proprio grazie all’imposizione di rimborsi fissi di tipo forfettario l’indennità di trasferta per metalmeccanici è la più semplice.
L’indennità di trasferta per il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) commercio è definita come la prestazione lavorativa svolta per tutto l’orario giornaliero in una sede che non coincide con quella contrattuale di lavoro e che deve trovarsi ad almeno sessanta chilometri dalla sede abituale, o comunque essere raggiungibile in un tempo superiore ad un’ora.
Il rimborso al lavoratore comprende:
L’indennità di trasferta può essere erogata come:
Per capire a chi spetta l’indennità di trasferta ecco i quattro criteri da prendere in considerazione:
L’ammontare dell’indennità di trasferta dipende dal CCNL di appartenenza, in cui è indicato chiaramente l’importo dovuto.
Ricordiamo che se la trasferta avviene nel comune della sede di lavoro, alla retribuzione devono essere aggiunti i contributi INPS, oltre che la tassazione fiscale. Quando invece la trasferta avviene entro i confini nazionali o all’estero il calcolo è diverso e dipende dal tipo di rimborso che viene erogato. Entriamo più nel dettaglio:
Se l’indennità di trasferta non è pagata quando spetta, il lavoratore ha tutto il diritto di fare ricorso per ottenere il pagamento del rimborso a cui ha diritto.
Di certo la prima cosa da fare è comunicare con il datore di lavoro o il reparto delle Risorse Umane dell’azienda per la quale lavora. Infatti potrebbe capitare che l’omissione del pagamento sia dovuto a una semplice svista o a un errore amministrativo. Di conseguenza la situazione può essere risolta in modo veloce e informale.
Quando invece l’indennità di trasferta è prevista dal contratto nazionale di appartenenza, il dipendente può inviare una richiesta formale di pagamento all’azienda. Per fare ciò è necessario però che documenti in modo chiaro tutte le informazioni relative alla trasferta, i giorni trascorsi fuori sede e le spese sostenute.
In alcuni casi se il datore di lavoro si rifiuta di pagare l’indennità di trasferta, il lavoratore può rivolgersi a un avvocato del lavoro o del sindacato a cui è iscritto, per comprendere i propri diritti e intraprendere azioni legali corrette. Infatti ricordiamo che non pagare un’indennità di trasferta significa violare i diritti dei lavoratori.
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