Pubblicato il 4 apr 2023 • 7 minuti di lettura
Inserire all’interno del piano di welfare aziendale della tua impresa l’erogazione di Fringe Benefit, di cui possono beneficiare i tuoi dipendenti, ti permette di gratificare i lavoratori e soddisfare le loro esigenze.
In questo modo sei in grado di incentivarli e motivarli nel loro lavoro. La tua azienda non potrà che trarne dei grossi vantaggi. Infatti i dipendenti soddisfatti migliorano le proprie performance e accrescono la produttività dell’azienda. Ma non solo: si fidano del datore di lavoro, ne parlano bene all’esterno e specchiandosi nei valori della cultura aziendale, non vorranno che restare.
Insomma, erogare i Fringe Benefit è la strategia giusta per attrarre e trattenere i migliori talenti. Anche se si è una Piccola e Media Impresa.
In questo articolo ti spieghiamo nel dettaglio cosa siano i Fringe Benefit e in che modo possano essere vantaggiosi anche per una PMI. Ti mostriamo la modalità migliore di gestire questo tipo di offerta e ti proponiamo una serie di esempi di servizi da elargire ai tuoi dipendenti. Ricorda che puoi anche erogarli direttamente sulla loro busta paga. Per concludere ti illustriamo la normativa che regola la tassazione dei Fringe Benefit. Ti anticipiamo che mediante essi conoscerai un risparmio sia in termini fiscali che contributivi.
Il Codice Civile italiano, con l’art. 2099, predispone che il collaboratore possa essere retribuito mediante i Fringe Benefit. Noti anche come Benefit aziendali, sono una serie di benefici extra che le aziende possono erogare ai propri dipendenti oltre al salario regolare. Possono essere definiti anche come compensi in natura proprio perché non corrispondono a offerte di denaro, ma sono offerti ai lavoratori in quanto beni e servizi. Il termine con cui si designa questa tipologia di offerta, inserita all’interno dei piani Welfare di un’azienda, proviene dalla lingua inglese: fringe significa frangia, limite e benefit vantaggio, profitto. Si tratta dunque di una retribuzione marginale, o detto in altri modi, di benefici diretti. I Fringe Benefit possono assumere forme diverse a seconda dell’azienda e del settore a cui essa appartiene.
Per un’impresa erogare ai propri dipendenti benefici extra può essere un modo di attirare e trattenere i talenti più qualificati e allo stesso tempo riuscire a migliorare l’immagine aziendale. Molti Fringe Benefit sono anche soggetti a regolamentazione fiscale e dunque rappresentano un vantaggio sia per l’impresa che per i dipendenti. Infatti questa tipologia di offerta diminuisce il carico contributivo e fiscale rispetto a quello che si avrebbe con l’erogazione di compensi in denaro.
I Fringe Benefit possono essere riconosciuti anche al singolo lavoratore in accordo con il datore di lavoro ed essere disciplinati all’interno dei contratti individuali. Proprio per questo si differenziano dai Flexible Benefit, i quali invece rappresentano una retribuzione complementare e, in quanto tali, non possono essere concessi alla singola risorsa.
Una delle caratteristiche principali dei Fringe Benefit è la capacità di incentivare i dipendenti. In effetti inserirli all’interno del proprio programma di Welfare aziendale permettono di gratificare i lavoratori e le loro prestazioni. Di conseguenza hanno anche un forte potere fidelizzante. Ricordiamo che la soddisfazione dei dipendenti è la chiave del successo verso un aumento delle performance e della produttività aziendale.
Offrire Fringe Benefit alla propria popolazione aziendale si traduce nella creazione del benessere aziendale e del singolo lavoratore. Bisogna sempre tener conto di quelle che sono le preferenze di ognuno, al fine di poter soddisfare le esigenze di tutte le risorse, soprattutto adesso che, grazie alle nuove tecnologie, si può usufruire dei Benefit anche da remoto. In effetti è importante che le aziende continuino a prendersi cura dei propri dipendenti, anche di quelli che lavorano in smart working, dimostrando un’attenzione particolare nei confronti del loro stile di vita e garantendo loro un’alimentazione sana e bilanciata.
Anche se hanno risorse più limitate rispetto alle grandi aziende, anche le Piccole e Medie Imprese (PMI), che costituiscono la gran parte delle realtà produttive italiane, possono decidere di erogare ai propri dipendenti i Fringe Benefit. Mettendo in atto misure di welfare aziendale che rientrano all’interno del budget aziendale e che rispondano alle esigenze dei lavoratori, sono in grado di incrementare il potere d’acquisto e il benessere generale dell’impresa. Con l’espressione Welfare aziendale ci si riferisce all’insieme di prestazioni e agevolazioni che un datore di lavoro mette a disposizione dei propri dipendenti. Anche per le PMI questa strategia può comportare numerosi vantaggi, sia in termini fiscali che in termini di risparmi contributivi.
Una piccola e media impresa che decide di erogare i Fringe Benefit è in grado di migliorare la propria immagine agli occhi delle risorse e di conseguenza aumentare la fiducia generale rispetto all’impresa, in quanto datore di lavoro. Ricordiamo che le PMI non hanno nessun obbligo di erogare questa tipologia di benefici, né i loro dipendenti hanno alcun diritto di richiederli.
Tra i Fringe Benefit che le Piccole e medie imprese possono erogare vi sono, ad esempio, gli abbonamenti al trasporto pubblico, i Buoni Pasto, i programmi di formazione e i permessi retribuiti per malattie o ferie. Menzioniamo anche l’offerta di orari flessibili o l’opportunità di lavorare in smart working. Si tratta di benefici che aumentano la produttività dei dipendenti sul luogo di lavoro e generano un miglioramento del loro stile di vita, ma allo stesso tempo permettono all’impresa di offrire benefit non monetari, che non richiedano un grande investimento finanziario.
Le PMI possono anche scegliere di collaborare con altre aziende, a loro volta piccole e medie, al fine di creare un fondo pensione condiviso o un programma di assistenza sanitaria.
Anche per le Piccole e medie imprese, offrire Fringe Benefit può essere un modo di attirare e attrarre dipendenti qualificati.
Vediamo insieme come gestire i Fringe Benefit: una forma di remunerazione accessoria al salario offerta ai dipendenti da parte delle aziende.
Prima di scegliere quale tipologia di Benefit erogare è fondamentale avere una conoscenza profonda delle esigenze dei lavoratori. Per comprendere le preferenze delle proprie risorse si può svolgere un’indagine interna, ad esempio attraverso un sondaggio o un questionario.
Non bisogna dimenticare poi che l’offerta dei Fringe Benefit comporta dei costi. Al fine di rientrare nel budget aziendale è bene fare preventivamente un bilancio per sapere quanto l’azienda possa o meno investire. Dunque in base ai fondi a disposizione e alle esigenze dei dipendenti, l’impresa è in grado di erogare i servizi e i beni più appropriati. Facciamo un esempio: se in seguito all’analisi delle necessità dei lavoratori emerge la richiesta di maggiori opportunità di formazione, l’azienda può offrire corsi di sviluppo e formazione gratuiti. In questo modo i bisogni dei dipendenti vengono accolti e soddisfatti; di conseguenza aumenta la loro fiducia nei confronti del datore di lavoro e la loro motivazione nel svolgere le proprie mansioni.
Una volta scelti i Fringe Benefit più convenevoli, è necessario mettere in atto una giusta strategia di comunicazione, la quale deve risultare ai lavoratori sempre chiara e trasparente. Un modo per far conoscere alla popolazione aziendale i beni e i servizi che possono avere a disposizione è quello di organizzare delle riunioni interne o inviare una comunicazione scritta.
Ovviamente per una gestione accurata dei Fringe Benefit è fondamentale anche monitorare il loro andamento. Infatti in base al livello di efficacia che sono in grado di raggiungere, si può comprendere se i beni e i servizi erogati stiano ottenendo sui dipendenti l’impatto desiderato. Anche in questo caso si possono disporre dei sondaggi, da somministrare all’intera popolazione aziendale, o anche organizzare eventuali incontri per misurare la soddisfazione delle risorse.
Coinvolgerli nella scelta e nel processo di misurazione dell’andamento dei Fringe Benefit significa far sentire i dipendenti parte di una realtà aziendale che tiene conto delle loro esigenze e che si prende cura del loro benessere.
In generale la gestione dei Fringe Benefit richiede una pianificazione attenta e un’attenzione costante per fare in modo che anche l’azienda riesca ad ottenere un vantaggio considerevole dai benefit offerti.
La categoria dei Fringe Benefit a cui attingere, per offrire ai propri dipendenti beni e servizi, è ampia e diversificata; spazia dall’ambito sanitario a quello formativo, dal settore previdenziale, alla gestione del tempo libero.
Facciamo insieme alcuni esempi di Fringe Benefit.
Con un buon piano di Welfare aziendale un’impresa, persino una PMI, può essere in grado di mettere in atto un’ottima strategia per attrarre e trattenere talenti. I servizi possono essere erogati ai dipendenti direttamente in busta paga. Questo è possibile anche per i Fringe Benefit. Si tratta di un ottimo sistema di incentivazione con il quale migliorare la produttività e la fidelizzazione dei lavoratori.
In genere i benefit erogati in busta paga corrispondono a un importo maggiore rispetto al normale compenso prestabilito. Tra i servizi più diffusi che le aziende tendono a erogare in busta paga vi sono: i Buoni Pasto, le auto aziendali, il cellulare aziendale, i prestiti agevolati e le borse di studio. Tali benefici possono essere elargiti in modo diretto ai dipendenti, ma anche distribuiti mediante provider esterni. Si tratta di piattaforme online che aiutano le imprese nella gestione dei piani welfare.
Per un’azienda offrire ai propri dipendenti i Fringe Benefit in busta paga significa riuscire a creare un ambiente di lavoro più piacevole e motivare i dipendenti, migliorandone la produttività.
Nel 2022 il Di Aiuti Quater ha stabilito l’estensione della detassazione dei Fringe Benefit da 300 a 3000 euro. In questo modo il 42% delle imprese ha avuto la possibilità di aumentare il valore dei servizi e dei beni erogati ai propri dipendenti. Per le PMI la burocrazia è rimasta un ostacolo: la procedura per l’erogazione dei Benefit si è rivelata più complicata del previsto. Ecco perché molte di loro faticano a utilizzare tale strumento e desiderano che i Fringe Benefit possano essere trasformati direttamente in un contributo in busta paga.
L’articolo 51, del DPR n 917/86, contenuto nel Testo Unico delle Imposte sui Redditi (Tuir) stabilisce quale debba essere il trattamento fiscale dei Fringe Benefit. Al suo interno è dichiarato che la tassazione venga applicata solamente se si è superato un margine di spesa, corrispondente a 258,23 euro. Nel momento in cui la soglia specifica erogata a un determinato dipendente sia inferiore a tale cifra, non devono essere pagate eventuali imposte. Mentre se la soglia è superiore, i Fringe Benefit concorrono alla formazione del reddito imponibile IRPEF.
La circolare dell’agenzia delle entrate n.59/E del 2008 ha incluso nell’ambito di applicazione di tale norma anche le erogazioni sotto forma di voucher, come ad esempio i buoni d’acquisto.
Come abbiamo già visto, i Fringe Benefit rientrano all’interno di un piano di welfare aziendale, che secondo la Legge di Stabilità 2017 comprende quei servizi corrisposti in natura o sotto forma di rimborso spese, con una rilevanza di tipo sociale e esclusi dal reddito di lavoro del dipendente. Ecco perché per i servizi e per i benefit indicati nella norma che regolamenta la tassazione dei Fringe Benefit è prevista una defiscalizzazione e una decontribuzione integrale.
Ricordiamo che i datori di lavoro privati hanno la possibilità di erogare Buoni carburante del valore non superiore ai 200 euro per singolo dipendente, senza che rientrino all’interno del loro reddito. Tali benefit vengono cumulati ai 258,23 euro, ma sono ulteriori e autonomi rispetto al resto dei Fringe Benefit.
Possono essere erogati a un singolo dipendente e non necessariamente a tutta la popolazione aziendale. E’ importante sottolineare però che se il valore del Buono carburante è superiore ai 200 euro, concorra interamente a formare il reddito e diventa soggetto a tassazione ordinaria.
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