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      Il premio in busta paga

      Scopri come funziona il premio in busta paga: dalla tassazione alla lettera di pagamento, fino al calcolo del netto e alle regole dei premi
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      di Chiara Buongiorno

      Indice

      • 1.

        La tassazione per il premio in busta paga

      • 2.

        Il premio una tantum in busta paga

      • 3.

        Il premio in busta paga ed i contributi

      • 4.

        Il premio in busta paga non tassato 

      • 5.

        La lettera di premio in busta paga

      • 6.

        Il premio di produzione può essere tolto?

      • 7.

        Come viene pagato il premio di produzione?

      • 8.

        Come calcolare il netto di un premio in busta paga?

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      Pubblicato il 30 gen 2023 • 4 minuti di lettura

      Sempre più aziende decidono di offrire, come incentivi, ai propri dipendenti i premi di produzione, conosciuti anche come premi di risultato. 

      Si tratta di contributi economici che servono ad aumentare la produttività, a migliorare la qualità del lavoro e la soddisfazione dei dipendenti. Inoltre permettono di ottenere delle agevolazioni fiscali e di conseguenza ridurre il costo del personale.

      In questo articolo approfondiamo tale discorso, esponendo le modalità di tassazione del premio erogato in busta paga, a chi spetta ed in che modo può essere calcolato.

      La tassazione per il premio in busta paga

      Il premio di risultato, o premio di produzione, rientra nel welfare aziendale: l’insieme di benefici e servizi offerti da un’impresa al fine di migliorare la qualità della vita ed il benessere dei suoi lavoratori.

      Il premio di risultato viene erogato ai dipendenti, in aggiunta al loro stipendio regolare. Si tratta di una somma, ulteriore rispetto a quelle dedicate agli straordinari effettuati oltre l’orario lavorativo, garantita per il riconoscimento di un merito raggiunto. Spesso i premi di produzione sono inseriti all’interno dei contratti di lavoro, specialmente in alcune professioni, come quelle che prevedono la chiusura di un certo numero di contratti ogni mese. Il lavoratore può scegliere se ricevere tale premio in busta paga o convertirlo in altri servizi welfare.

      Con la Legge di Bilancio, recentemente è stata introdotta una tassazione sostitutiva IRPEF al 10% sul totale complessivo dei premi erogati, con un limite massimo di 3.000€ annui. Tale tassazione viene applicata sulle somme erogate per aumento di produttività, qualità, efficienza ed innovazione e la cui fonte istitutiva è legata ad accordi collettivi aziendali e territoriali. 

      Per erogare il premio con tassazione agevolata al 10% bisogna tener conto di un limite massimo entro il quale il reddito del dipendente deve rientrare. Dunque possono ricevere il premio tutti i lavoratori che, nell’anno precedente, non hanno ricevuto somme superiori a 80.000€. Se ci sono dipendenti il cui reddito supera tale tetto, i bonus aggiuntivi vengono tassati normalmente, secondo l'aliquota IRPEF a cui fanno riferimento. 

      Il premio una tantum in busta paga

      Il premio una tantum in busta paga è una somma di denaro erogata ai dipendenti in un’unica soluzione. Il datore di lavoro può decidere di assegnarlo come incentivo per il raggiungimento degli obiettivi aziendali o per riconoscere il merito di un lavoro ben svolto. 

      Per spiegare meglio in cosa consista, riportiamo un caso recente. 

      Il Decreto Legge del 23 settembre, 2022 (n.144), tra le diverse misure a sostegno delle imprese, ha previsto una nuova indennità una tantum a favore dei lavoratori. Per i lavoratori dipendenti si è trattato di un’indennità retribuita in modo automatico nella competenza del mese di novembre 2022. Dunque è stata riconosciuta ai dipendenti, con una retribuzione imponibile non oltre 1538€,  la somma  di 150€. 

      Chi non ha potuto godere del premio una tantum in busta paga sono stati i titolari di uno o più trattamenti pensionistici e gli appartenenti ad un nucleo beneficiario del reddito di cittadinanza. 

      I datori di lavoro hanno dovuto erogare tale premio anche ai lavoratori stagionali, quelli con contratto a tempo determinato ed intermittente. 

      Il bonus una tantum in busta paga, in sostituzione dei buoni pasto, non rientra tra le forme di welfare agevolate e per questo concorre alla formazione del reddito del lavoratore. 

      Il premio in busta paga ed i contributi

      I contributi previdenziali sono le somme trattenute dalla retribuzione del lavoratore e versate all’INPS, o ad altre forme previdenziali, per finanziare la previdenza sociale del dipendente.

      Secondo l’agevolazione contributiva sui premi di risultato, il  datore di lavoro può abbassare l’ammontare dei contributi INPS a proprio carico per il 20%, per una quota di retribuzione che non superi gli 800€. Ricordiamo però che il lavoratore non deve versare contributi a proprio carico sul medesimo importo. 

      Per godere di questi vantaggi fiscali sui premi di produzione in busta paga, le aziende devono rispettare dei requisiti:

      • L’accordo aziendale deve essere depositato presso l’Ispettorato Territoriale del Lavoro o la Direzione Territoriale del Lavoro  entro 30 giorni dalla sottoscrizione. 
      • In seguito alla sottoscrizione dell’accordo aziendale, il risultato conseguito dall’impresa, che giustifica il pagamento del premio di produzione e la sua agevolazione fiscale, deve essere misurabile rispetto ad un risultato antecedente.
      Il premio in busta paga non tassato 

      Con il premio in busta paga non tassato il dipendente può beneficiare dell’intera somma, senza pagare le tasse su di esso. In realtà può avere un impatto nell’anno successivo, andando a influire sul reddito complessivo del dipendente e dunque sulla sua classe di reddito fiscale. 

      I soggetti ammessi alla detassazione del premio di produzione sono: 

      • I dipendenti di aziende private 
      • I dipendenti di amministrazioni pubbliche con contratti di somministrazione di lavoro in quanto dipendenti della agenzie di lavoro
      • I dipendenti di lavoratori autonomi, ad esempio i titolari di ditte o di studi privati, come i professionisti. 

      Mentre i soggetti esclusi dalla detassazione del premio di produzione sono: 

      • I dipendenti delle pubbliche amministrazioni con contratti di natura privatistica
      • Chi percepisce redditi derivanti da collaborazioni a progetto, coordinate e continuative
      • I dipendenti che lavorano all’estero per più di 183 giorni all’anno.
      • I dipendenti che usufruiscono dell’auto aziendale
      • I dipendenti aziendali che usufruiscono di un alloggio 
      • I dipendenti aziendali che ricevono prestiti concessi dal datore di lavoro
      tassazione premio in busta paga
      La lettera di premio in busta paga

      La lettera di premio in busta paga è un documento, che il dipendente riceve dal datore di lavoro, contenente la comunicazione della ricezione di un premio in busta paga. Vediamo insieme le informazioni indicate al suo interno: 

      • L’importo e la motivazione per le quali il premio è stato erogato
      • La data in cui il dipendente riceverà il premio
      • Eventuali dettagli su tasse e contributi 
      • Eventuali condizioni e limitazioni per il premio
      • Il nome del dipendente ed il corrispettivo numero di matricola
      • La firma del rappresentante del datore di lavoro 

      La lettera di premio in busta paga, oltre ad essere la prova scritta del premio ricevuto, è il modo che ha a disposizione il datore di lavoro per incentivare i dipendenti nel raggiungimento degli obiettivi aziendali e gratificarli per il lavoro svolto. 

      Il premio di produzione può essere tolto?

      I premi di produzione sono nati per incentivare la produttività aziendale ed infatti sono un ottimo strumento per raggiungere più facilmente gli obiettivi di produzione e fatturazione. Sono premi che vengono attribuiti soltanto ai dipendenti che ottengono i migliori risultati. In generale, però, il premio di produzione può essere tolto al dipendente che non soddisfa i requisiti per ottenerlo. Un esempio è dato proprio dal caso in cui un lavoratore non riesca a raggiungere gli obiettivi di produzione stabiliti. A questo punto il datore di lavoro può scegliere di non erogare il premio o di ridurlo. 

      Come viene pagato il premio di produzione?

      Il premio di produzione, erogato dal datore di lavoro al dipendente come retribuzione aggiuntiva allo stipendio, può essere elargito in tal modo:

      • Come una somma di denaro aggiuntiva alla retribuzione fissa, erogata direttamente in busta paga
      • Sotto forma di beni e servizi
      • Come premio in base al proprio rendimento, trasformato in azioni aziendali

      Ciò che stabilisce il modo in cui il premio di produzione viene pagato dalle aziende dipende dalle condizioni stabilite dal contratto di lavoro e dalle politiche interne dell’impresa. 

      Come calcolare il netto di un premio in busta paga?

      Per calcolare il netto di un premio in busta paga si deve tener conto dell’importo complessivo percepito in quanto premio di produzione e della sua modalità di erogazione: sotto forma di somma di denaro direttamente in busta paga o sotto forma di servizi welfare. 

      Se il lavoratore decide di percepire il premio di risultato direttamente in busta paga, la somma è soggetta a tassazione agevolata con un’aliquota del 10%. Per fare un esempio: su un premio di risultato di 2000€ lordi, la somma a disposizione in busta paga è di 1800€ netti. 

      Vediamo, invece, il caso in cui il lavoratore decida di percepire il premio di risultato in servizi welfare. Per esempio: su un premio di risultato di 2000€ lordi, il lavoratore converte 250€ in servizi welfare. In busta paga riceve dunque una quota di 1750€, a cui va applicata l’aliquota del 10%, per la quale la cifra finale, netta, diventa di 1575€. Se poi, a tale importo addizioniamo l’importo convertito in servizi welfare, il premio di risultato netto ammonta a 1825€. 

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