Pubblicato il 8 nov 2023 • 3 minuti di lettura
L’indennità di trasferta si pone come uno strumento a supporto dei lavoratori che sono costantemente chiamati a spostarsi dalla propria sede abituale.
Serve a ammortizzare le spese sostenute dalle risorse durante i viaggi di lavoro e di conseguenza a farle sentire importanti per l’impresa. Infatti l’indennità di impresa si configura come un beneficio aziendale che mira proprio a sostenere i dipendenti.
In questo articolo ti forniamo i dettagli essenziali per offrire ai tuoi dipendenti l’indennità di trasferta nel modo più appropriato. E’ utile sapere quali siano le condizioni, il regolamento e i requisiti per ricevere tale beneficio.
L’indennità di trasferta è una forma specifica di rimborso spesa. Prima di capire quando spetta, vediamo insieme di cosa stiamo parlando. Si tratta di un beneficio fornito da un’impresa, che sia essa con un organigramma numericamente elevato, piccola o media, ai propri dipendenti quando devono viaggiare per lavoro fuori dalla loro sede abituale. Questo tipo di rimborso è destinato a coprire le spese extra sostenute dal lavoratore durante il viaggio. Ad esempio per l’alloggio, i pasti, i trasporti e altre spese accessorie.
Per capire a chi spetta l’indennità di trasferta ecco i quattro criteri da prendere in considerazione:
L’ammontare dell’indennità di trasferta dipende dal CCNL di appartenenza, in cui è indicato chiaramente l’importo dovuto.
Ricordiamo che se la trasferta avviene nel comune della sede di lavoro, alla retribuzione devono essere aggiunti i contributi INPS, oltre che la tassazione fiscale. Quando invece la trasferta avviene entro i confini nazionali o all’estero il calcolo è diverso e dipende dal tipo di rimborso che viene erogato. Entriamo più nel dettaglio:
Come abbiamo già visto, tale beneficio viene concesso ai dipendenti che devono spostarsi in modo temporaneo dalla loro sede abituale per motivi di lavoro o esigenze aziendali. L’indennità di trasferta prevede che vengano soddisfatte determinate condizioni. Entriamo nel dettaglio:
Ricordiamo che l’indennità di trasferta è solitamente concessa per svolgere attività strettamente legate alle responsabilità lavorative delle risorse e non per loro scopi personali.
Il regolamento per l’indennità di trasferta in un’impresa varia in base alle esigenze e le politiche specifiche aziendali. Ti diamo qualche spunto su come poter impostare un regolamento all’interno della tua organizzazione:
I dipendenti che possono ricevere l’indennità di trasferta devono rispondere a una serie di requisiti specifici. Primo tra tutti la risorsa deve essere inviata in trasferta, per motivi di lavoro o esigenze aziendali, in una località diversa da quella della sua sede lavorativa abituale. Per ricevere l’indennità ed essere considerato in trasferta, il dipendente deve spostarsi al di là della distanza minima stabilita, che varia a seconda delle politiche aziendali. In alcuni casi la trasferta deve superare anche una certa durata, ad esempio almeno per un certo numero di giorni.
Ricordiamo che per richiedere l’indennità il lavoratore deve seguire le procedure interne previste dall’azienda. Ad esempio la compilazione di moduli specifici o una comunicazione preventiva. Inoltre è tenuto a fornire informazioni accurate riguardo alle spese sostenute.
I requisiti per l’indennità di trasferta possono variare da un’impresa a un’altra. Per conoscerli basta consultare il contratto di lavoro e le politiche aziendali specifiche.
In Italia non esiste una singola legge dell’indennità di trasferta che la regoli. Infatti essa dipende dai contratti collettivi nazionali del lavoro o da disposizioni interne delle aziende. Dunque per comprendere l’ammontare dell’indennità di trasferta dovuta al dipendente bisogna fare riferimento al CCNL a cui appartiene. Per cui un lavoratore che opera nel settore dell’edilizia avrà un'indennità differente da un altro lavoratore operante nel settore del commercio o metalmeccanico.
La normativa dell’indennità di trasferta stabilisce che:
Se la trasferta avviene nel comune della sede di lavoro, all’indennità di trasferta vanno aggiunti i contributi INPS e la tassazione fiscale.
Se invece la trasferta avviene entro i confini nazionali o all’estero, è necessario distinguere l’indennità di trasferta di tipo forfettario e quella di tipo misto. Nel caso della prima tipologia, non viene applicato alcun contributo INPS o Irpef, se il contributo a cui ha diritto il lavoratore è inferiore a 46,68€ giornalieri per la trasferta in Italia e a 77, 46€ per la trasferta all’estero.
Mentre nel caso della seconda tipologia di indennità di trasferta, il dipendente è esente dalla tassazione solo per la parte forfettaria che non superi i 30,99€ per la trasferta in Italia e i 51,65€ per la trasferta estera.
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