Pubblicato il 18 lug 2022 • 5 minuti di lettura
Se hai bisogno di comprendere meglio il funzionamento di infortuni e malattie secondo la legge italiana, questo articolo può fare al caso tuo. Abbiamo riportato tutte le definizioni del caso e i riferimenti normativi necessari per capire come agire in situazioni di infortunio o malattia professionale. Sono anche definite chiaramente le differenze tra le due situazioni e di conseguenza le azioni necessarie in entrambi i casi.
Sfortunatamente è sempre possibile che si verifichino infortuni e malattie, anche nel caso di un’azienda molto attenta alla sicurezza e salute sul lavoro.
Dunque è importante essere preparati e pronti a gestire queste casistiche per un adeguato supporto al lavoratore e una corretta applicazione della legge.
É possibile che la differenza tra infortunio e malattia professionale non sia ben evidente per molti. Andando ad analizzare i testi normativi e in particolare ciò che viene specificato nel Testo Unico sulla sicurezza e salute sul lavoro si può fare chiarezza su queste definizioni.
Un infortunio è un evento specifico e traumatico che avviene sul posto di lavoro o durante l’attività lavorativa, che causa l’inabilità a proseguire l'attività per un minimo di 3 giorni. Solo in questo caso si può parlare di un vero e proprio infortunio.
La malattia professionale, invece, non è legata ad un singolo evento, ma è la conseguenza di un lungo periodo di esposizione ai fattori di rischio dell’attività. Una malattia professionale può risultare più complessa da gestire soprattutto nel caso in cui non ci sia un immediato e comprensibile rapporto di causa effetto tra l’attività lavorativa e la malattia del lavoratore.
Il lavoratore con infortunio o malattia ha diritto a ricevere da parte dell’Inail prestazioni economiche, sanitarie, protesiche, riabilitative e di reinserimento. In tutti i casi vige il principio di automaticità delle prestazioni, per cui esse vengono concesse anche quando il datore di lavoro non è in regola con i pagamenti dei premi assicurativi.
Ad esempio, la retribuzione durante il periodo di infortunio è pagata direttamente dall’Inail e corrisponde al 60% della retribuzione fino al 90° giorno di infortunio, seguito dal 75% della retribuzione media giornaliera dal 91° giorno e fino a completa guarigione.
Sono molti i dettagli inclusi nel testo unico su malattia sul lavoro. Come comportarsi quindi in ciascuno di questi casi?
Ecco un approfondimento sulle procedure e le indicazioni normative.
Per poter definire correttamente la situazione di infortunio è necessario analizzare le situazioni di rischio date dall’attività lavorativa. É il datore di lavoro a dover effettuare queste valutazioni e fornire gli adeguati strumenti per la prevenzione degli infortuni. Nel caso di un incidente, il primo passo è quello di ottenere un certificato rilasciato in seguito ad una visita da parte del medico dell’azienda o presso il pronto soccorso. Il datore di lavoro è tenuto a consegnare questo documento all’Inail.
Uno dei doveri del datore di lavoro è quello di possedere un’assicurazione che possa coprire in caso di infortuni. In questo modo al lavoratore sarà concesso un indennizzo in seguito alla corretta richiesta effettuata. Prima di poter rientrare al lavoro, è necessario ottenere un certificato di idoneità con una visita di controllo presso l’Inail.
Lo stesso procedimento vale nell’evento di un infortunio in itinere. Come dice il nome stesso, si tratta di un infortunio avvenuto nei tratti di strada da e per il luogo di lavoro. La copertura assicurativa è garantita anche in questi casi, sia che il lavoratore utilizzi un mezzo privato che un mezzo pubblico.
La causa di una malattia professionale è diluita nel tempo ed è direttamente collegata con l’eventuale patologia del lavoratore. Questa è la principale differenza tra malattia professionale e infortunio. Il rischio dell’attività lavorativa può essere in stretta relazione con la tipologia di lavoro, oppure legato all’ambiente in cui il lavoro è svolto.
Il sistema italiano in merito si basa su due tabelle, una per l’agricoltura e una per l’industria e contengono una serie di malattie professionali che, se contratte, danno accesso diretto agli indennizzi e alle prestazioni Inail. In questo modo le procedure sono molto semplificate per i lavoratori che denunciano la malattia nei tempi indicati in tabella. É la cosiddetta presunzione legale d’origine.
Esistono anche malattie professionali non tabellate, che possono essere comunque ricondotte a una causa professionale. In questi casi il lavoratore ha l’onere di portare prova eziologica (ossia di causa effetto) della propria malattia, insieme a certificati che dimostrino la presenza di tale malattia. In seguito all’analisi del caso, è possibile che venga riconosciuto il diritto a prestazioni e indennizzi Inail.
Il sistema è stato riformato con l’articolo 10 del decreto legislativo 38/2000 per poter avere un più semplice aggiornamento e adeguamento delle tabelle. Grazie al Registro delle malattie causate sul lavoro o a esso correlate, tutti gli organismi competenti possono accedere a importanti informazioni per migliorare la sicurezza e la salute sul lavoro.
Diverso è invece il caso di malattia sul lavoro. Questa viene riconosciuta in tutte quelle circostanze in cui non ci sia un diretto rapporto di causa effetto con l’attività lavorativa. L’indennità scatta a partire dal quarto giorno di inabilità a lavorare, in seguito alla presentazione di regolare certificato medico. In questo caso il lavoratore è tenuto ad essere reperibile presso il proprio domicilio per eventuali controlli da parte dell’Inps, nelle fasce orarie indicate.
Esistono alcune patologie che possono essere riconosciute come malattie professionali, una di queste è la depressione. Infatti, la causa di questa malattia potrebbe essere legata alla vita personale del lavoratore così come a quella professionale. Non appena viene diagnosticata, il lavoratore può richiedere l’indennità di malattia sul lavoro per depressione, con lo stesso procedimento applicato per qualsiasi altra patologia.
Se invece la depressione è malattia sul lavoro professionale, sarà necessario il riconoscimento della causa di servizio, per dimostrare che la patologia si è presentata a causa dell’attività o dell’ambiente lavorativo.
La responsabilità può cadere sul datore di lavoro, soprattutto nei casi in cui non abbia rispettato le norme di salute e sicurezza.
Tutte le procedure e i regolamenti sono per la malattia sul lavoro nel Testo Unico. Infatti si può fare riferimento al D.Lgs 81/08 per qualsiasi dettaglio in merito. Le parti più importanti riguardano la prevenzione e la tutela da parte dei responsabili alla sicurezza dei lavoratori. In particolare è il datore di lavoro ad avere l’obbligo e la responsabilità di fornire adeguati strumenti e dispositivi per prevenire incidenti e malattie.
Tra i vari obblighi è anche presente quello di informare e formare i lavoratori per un sicuro svolgimento delle attività e una pronta gestione delle situazioni di emergenza. Il datore di lavoro può anche delegare parte del suo ruolo ad alcuni rappresentanti, come al rspp (rappresentante servizio prevenzione e protezione).
Si tratta di una figura di fondamentale rilevanza nella costituzione di un sistema di sicurezza e salute. La sua collaborazione è necessaria in quanto consulente in tema e fornitore di linee guida in tutti gli aspetti della prevenzione e gestione della sicurezza.
Altrettanto importante nella normativa è il ruolo del medico competente che si occupa della sorveglianza sanitaria e delle eventuali visite in casi di infortuni e malattie. Egli collabora anche nella stesura dei documenti di valutazione dei rischi dell’attività professionale.
Lo stato di malattia viene confermato e ufficializzato attraverso il certificato medico. Il datore di lavoro non può in alcun modo opporsi o contestare questo certificato, neanche in caso di urgenze lavorative, ma ha il diritto di richiedere una visita fiscale.
Il medico Inps potrebbe visitare il lavoratore e accorciare la prognosi e definire un rientro anticipato. Se il lavoratore contesta quest’ultimo certificato è il coordinatore sanitario Inps a dover intervenire per definire la situazione.
É il datore di lavoro ad avere l’obbligo di informare l’Inail dell’avvenuto infortunio, secondo le disposizioni dell’art. 53 della legge 81/08. Una seconda comunicazione all’Inail arriverà anche da parte dei medici competenti.
Il lavoratore infortunato deve informare il datore di lavoro dell’accaduto e fornire tutti i certificati medici del caso. Il lavoratore ha diritto a indennità e prestazioni solo per i giorni in cui anche il datore di lavoro è a conoscenza dell’infortunio.
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