Pubblicato il 2 nov 2020 • 5 minuti di lettura
Gli integratori a base di L-carnitina stanno diventando sempre popolari, in particolare tra gli atleti.
Sembrerebbe che questo composto sia un ottimo alleato per il miglioramento della prestazione fisica e per la riduzione del grasso corporeo.
Ma questo integratore ha davvero proprietà benefiche? Vediamo insieme tutte le principali caratteristiche della L-carnitina.
La L-carnitina, anche conosciuta come Acetil L-carnitina, è un derivato naturale di alcuni amminoacidi, ossia lisina metionin sintetizzato nel corpo umano, in particolar modo a livello dei reni e del fegato.
Affinché la sintesi avvenga correttamente, è però necessaria la presenza di niacina, vitamina B6, vitamina C e ferro.
In condizioni ottimali, l’organismo produce un quantitativo di 1,2 μmol per chilo di peso corporeo, ma si può ottenere l'amminoacido anche attraverso la dieta e/o l’assunzione di integratori per via orale.
Nonostante sia diffusa la pratica di assumere integratori, spesso l’alimentazione e la produzione corporea stessa sono sufficienti per soddisfare i fabbisogni dell’organismo.
Il ruolo svolto dall'amminoacido in questione è importante poiché permette il trasporto di acidi grassi a lunga catena verso la matrice mitocondriale. In quest’ultima, gli acidi grassi accumulati vengono convertiti in energia attraverso il processo di beta-ossidazione.
La L-carnitina trasporta, inoltre, i composti tossici generati dai mitocondri, per evitare che questi vengano accumulati. La troviamo concentrata nei tessuti scheletrici e nel muscolo cardiaco. Ma vediamo la acetil carnitina a cosa serve nello specifico.
Numerosi studi sono stati eseguiti per indagare i processi biologici in cui la L-carnitina è coinvolta e le sue possibili applicazioni in ambito clinico.
Nonostante ciò, diversi sono i dubbi che tuttora esistono riguardo il suo utilizzo, rendendo dunque necessaria l’esecuzione di ulteriori studi.
Vediamo comunque insieme i principali benefici emersi dagli studi compiuti finora su questo amminoacido.
Il primo effetto benefico che può essere attribuito al composto è legato alla salute dell'apparato cardiovascolare. In particolar modo, sono stati osservati degli effetti positivi su condizioni quali zoppia intermittente, dislipidemie e patologie vascolari periferiche.
Sembra che gli integratori di carnitina siano importanti nella lotta contro gli effetti degli acidi grassi liberi e che aiutino ad accelerare il metabolismo dei carboidrati.
In aggiunta, è emerso come questi integratori sembrerebbero essere anche in grado di aiutare nella prevenzione di ischemie, quando assunti per via orale o tramite iniezione.
Per quanto riguarda la patologie vascolari periferiche e il relativo sviluppo, in alcuni casi di zoppia intermittente, l’integrazione a base di L-carnitina permette di migliorare il movimento dei muscoli delle gambe e dunque dell’esecuzione necessaria dei movimenti finalizzati a camminare.
La resistenza all’insulina (la quale comporta lo sviluppo di diabete di tipo II), sembra poter essere associata ad un difetto nell’ossidazione degli acidi grassi nei muscoli.
Questo fa sì che diventi lecito chiedersi se il malfunzionamento dei mitocondri sia la causa scatenante di questa condizione. A tal proposito, alcune ricerche riportano come la somministrazione intravena di l-carnitina sarebbe in grado di migliorare la sensitività all’insulina in chi soffre di diabete di tipo II.
Nonostante ciò, altri studi sembrano non confermare questi risultati, rendendo dunque necessaria l’attuazione di altri esperimenti a riguardo.
La carnitina è un trasportatore degli acidi grassi nei mitocondri cellulari che permette dunque di generare energia. Quando il suo consumo viene accompagnato da una dieta ipocalorica, si riscontra un miglioramento della prestazione fisica, accompagnato da una perdita di peso.
Studi hanno indicato come l’assunzione giornaliera dell'integratore fosse in grado di diminuire la sensazione di affaticamento di circa il 25%. È stato, inoltre, evidenziato come anche la formazione di acido lattico venga ridotta quando si assumono tali integratori prima dell’allenamento.
L'amminoacido presenta dunque delle caratteristiche che consentono una migliore rigenerazione cellulare post-allenamento, la quale potrebbe offrire benefici a in relazione a determinato processi, quali:
Nonostante ciò, va sottolineato come in realtà non ci siano sufficienti evidenze riguardanti queste possibili proprietà e benefici legati all’attività fisica.
La cartinina fa dimagrire?
Considerando le funzioni che l'amminoacido assume nel trasporto di acidi grassi a lunga catena verso i mitocondri, in relazione alla relativa produzione di energia, non è improbabile la sua possibile capacità di favorire la perdita di peso.
A tal proposito, la sua assunzione risulterebbe essere in grado di incentivare la perdita di peso attraverso un aumento della velocità del metabolismo e del conseguente consumo di calorie.
Nonostante ciò, studi focalizzati sulla condizione di sovrappeso hanno riportato una mancanza di significativo miglioramento della composizione corporea e riduzione della massa magra.
Bambini e adulti sani non hanno bisogno di assumere un quantitativo aggiuntivo di carnitina, in quanto gli amminoacidi responsabili della sua produzione - la lisina e la metionina - vengono creati in quantità già sufficiente dal fegato e dai reni.
L'amminoacido viene assorbito molto velocemente dal corpo, soprattutto se consumato in forma liquida. Risulta dunque ottimale consumarlo al mattino o prima dell’allenamento.
Inoltre, alcuni riportano come la sua assunzione sia consigliata in concomitanza alla consumazione di carboidrati, i quali aumentano il livello di insulina.
Ribadiamo che nel caso si dovesse aver bisogno di una integrazione, è necessario rivolgersi ad un medico che potrà stabilire in base alle caratteristiche del soggetto, alla quantità di moto svolta e a tantissimi altri parametri, l'ammontare di eventuali dosi da assumere.
L’eccesso di carnitina non può essere legato alla dieta, bensì all’utilizzo scorretto di integratori alimentari. In caso di una eccessiva assunzione, si possono riscontrare problematiche gastrointestinali come vomito e nausea.
Essendo la l-carnitina prodotta dal nostro stesso organismo e ottenuta dalla dieta, una sua carenza risulta essere molto difficile da riscontrare.
Nonostante ciò, nel caso di una dieta vegana si potrebbe incorrere in una relativa deficienza del nutriente.
In caso di dieta vegetariana si è riscontrato un deficit minore rispetto a quello riscontrato per le diete vegane, ma che comunque corrisponde ad un 10% in meno in comparazione con le diete che comprendono carne e pesce.
Alcune condizioni di deficit possono derivare da disordini genetici che riguardano i trasportatori di carnitina. Inoltre, questo potrebbe accadere anche in relazione ad altri disturbi (ad esempio renali) e all’utilizzo di farmaci, come alcuni antibiotici, a causa della riduzione di assorbimento o aumento della sua escrezione.
Come abbiamo precedentemente accennato, l'amminoacido è contenuto naturalmente in diversi alimenti.
Le migliore risorse di questo nutriente è rappresentata da prodotti di origine animale, come carne rossa e bianca, pesce e latte. In linea generale, più rossa è la carne, maggiore sarà la quantità di carnitina contenuta.
Vediamo ora nella seguente tabella gli alimenti ricchi di carnitina, classificati in ordine decrescente.
La L-carnitina non risulta avere effetti particolarmente negativi sull’organismo. È dunque da considerarsi un integratore sicuro, se utilizzato coscientemente seguendo le indicazioni mediche.
È sempre bene evitare di assumere quantità troppo elevate del prodotto (3 grammi al giorno) per non riscontrare sintomi particolari come diarrea o nausea.
Alcuni rari effetti negativi includono anche debolezza muscolare in pazienti uremici e convulsioni in pazienti con disturbi convulsivi.
La carnitina interagisce con altre sostanze quali antibiotici utilizzati per la prevenzione di infezioni al tratto urinario. È stato osservato come il trattamento anti-convulsioni attraverso l’utilizzo di acido valproico, fenobarbital, fenitoina, o carbamazepina diminuisca significativamente il livello di carnitina nel sangue.
Inoltre, l’utilizzo di acido valproico può comportare l’aumento dei livelli di ammoniaca nel plasma e l’insorgenza di encefalopatia.
In questi casi, la somministrazione dell'amminoacido potrebbe aiutare a trattare sia in bambini che in adulti la tossicità dovuta all’acido valproico, anche se non si è ancora identificato quale sia il miglior regime di somministrazione.
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