Pubblicato il 27 feb 2023 • 3 minuti di lettura
Offrire ai propri dipendenti la possibilità di scegliere le ore lavorative durante le quali svolgere le proprie attività favorisce loro la conciliazione vita-lavoro. Inoltre si dimostra funzionale alle esigenze dell’impresa.
La flessibilità organizzativa è una leva fondamentale con la quale tenere insieme, in modo strategico, la produttività aziendale e l’equilibrio tra la vita professionale e quella privata.
In questo articolo approfondiamo in cosa consista la flessibilità oraria e quali vantaggi comporta. La conciliazione vita-lavoro è un elemento indispensabile per i lavoratori. Un’azienda attenta al benessere dei propri dipendenti ha già intrapreso la strada verso il successo.
Le aziende, in base alle proprie esigenze, possono stipulare con i propri dipendenti dei contratti che prevedano un orario di lavoro fisso, che non permette modifiche all’ora di entrata e di uscita, ma anche contratti che prevedano una flessibilità oraria. L’orario flessibile offre un margine di tolleranza per le ore di entrata e di uscita, nel rispetto del monte di ore lavorative da svolgere. Grazie alla flessibilità oraria, il lavoratore può gestire il proprio orario di lavoro in modo abbastanza libero. Bisogna rispettare la Legislazione nazionale, secondo la quale il datore di lavoro deve comunicare per iscritto, a chi intende usufruire della flessibilità oraria, il programma relativo ad essa. Eventuali variazioni devono essere comunicate sempre per iscritto, con un preavviso di almeno 15 giorni.
Negli ultimi anni le esigenze dei lavoratori sono cambiate; di conseguenza sono molte le aziende che hanno deciso di offrire ai propri dipendenti maggiore flessibilità oraria. Esistono diversi modi attraverso i quali le imprese possono declinare la flessibilità:
La flessibilità oraria può essere richiesta dal dipendente stesso o essere offerta per decisione del datore di lavoro. In ogni caso, c’è bisogno che vi sia un accordo da ambo le parti. Nel caso in cui sia l’impresa a voler offrire la possibilità di avere maggiore flessibilità di orari, è importante che tenga conto di una serie di elementi. Infatti bisogna sempre prestare attenzione a quali sono le esigenze aziendali, in termine di produzione, strettamente legate alle ore durante le quali vengono svolte le attività lavorative. Per non stravolgere l’organizzazione interna già esistente e facilitarne la gestione, la flessibilità oraria può essere introdotta in modo graduale. Successivamente si può compiere una verifica dei risultati e infine implementare completamente.
Sicuramente la flessibilità oraria presenta diversi vantaggi. Per un lavoratore, decidere quando iniziare a lavorare e quando concludere è un incentivo per sfruttare al massimo i momenti di maggiore concentrazione e dunque di maggiore resa e in tal modo evitare di accumulare lavoro arretrato. Inoltre gli permette di organizzare al meglio le esigenze famigliari. Infatti offrendo la flessibilità oraria, le aziende riescono a venire incontro soprattutto alle esigenze di lavoratori con bambini piccoli o persone malate a proprio carico. Si dimostrano anche attente nel prendersi cura del benessere dei propri dipendenti: l’orario flessibile permette loro di adattare il ritmo del lavoro alle proprie esigenze personali. Possono dedicare del tempo anche a sé stessi.
Di conseguenza si riduce lo stress, che incide negativamente sulla qualità della vita. Lavoratori più concentrati, produttivi e rilassati si traducono in un vantaggio per l’azienda. Diminuisce il livello del tasso di assenze e di turnover e si ha una popolazione aziendale in grado di offrire un rendimento maggiore. La stessa azienda acquisisce un’immagine migliore di sé.
Per le aziende i dipendenti sono la più grande risorsa. Offrire loro un equilibrio tra vita professionale e vita privata permette di creare una conciliazione tra entrambe queste sfere. Infatti quando si parla di conciliabilità si fa riferimento all’insieme di azioni sistematiche con le quali si vogliono armonizzare le attività lavorative e gli impegni e le esigenze personali. A tale quadro corrisponde il concetto di work life balance che si riferisce alla possibilità e alla capacità di bilanciare la vita privata e il lavoro di uomini e donne. Purtroppo bisogna riconoscere che esista ancora una disparità di genere: troppo spesso per le donne la flessibilità si traduce in una relegazione all’ambito domestico e per gli uomini in un sovraccarico lavorativo.
Certo è che ad oggi, chiunque sia alla ricerca di un nuovo datore di lavoro, attribuisce larga importanza alla conciliazione vita-lavoro. Se intesa come una misura da garantire solo alle donne, si finisce per rendere l’offerta della conciliabilità vita-lavoro un elemento discriminatorio. Infatti il mercato è sempre più popolato da una forza lavoro di tutti i generi e tutte le età e cresce il numero di risorse con responsabilità di cura, non solo verso i figli, ma anche verso persone anziane o non autosufficienti.
Le aziende possono ricavare dalla conciliazione vita-lavoro offerta ai propri dipendenti una serie di vantaggi, in termini di brand reputation e di produttività. Infatti investire nel benessere dei lavoratori significa migliorare il clima interno della propria impresa e di conseguenza la motivazione dei propri talenti. In questo modo le risorse considerate strategiche vengono fidelizzate e allo stesso tempo sono attratti profili qualificati.
Esistono diverse aree di intervento, in ambito aziendale, in cui intervenire per implementare la conciliabilità. Vediamole insieme:
Una scarsa attenzione alle esigenze dei lavoratori produce malessere organizzativo e crescita dell’assenteismo. Proprio per questo un’azienda deve rivolgere la propria attenzione non solo alla conciliazione vita-lavoro, ma anche offrire formazione e crescita professionale e prendersi cura della salute e del benessere dei propri dipendenti.
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