Se vuoi comprendere in modo esaustivo come offrire ai giovani talenti dei contratti di apprendistato, sei proprio nel posto giusto.
Ti renderai conto dei vantaggi fiscali che questa scelta può comportare per la tua impresa. Infatti garantire una formazione adeguata agli apprendisti significa avere, all’interno della propria organizzazione, dipendenti motivati a conseguire gli obiettivi aziendali.
In Italia la tassazione per l’apprendistato è soggetta a diverse agevolazioni fiscali. Ciò favorisce l’assunzione e la formazione dei giovani lavoratori. Ma cos'è il contratto di apprendistato? Secondo l’art.1, comma 1 del Testo Unico sull’Apprendistato, si intende un contratto di lavoro indeterminato finalizzato alla formazione e all’occupazione dei giovani talenti. Si tratta di un contratto a causa mista: oltre alla prestazione lavorativa, si caratterizza per un elemento specifico, ovvero la formazione dell’apprendista.
Dunque vediamo insieme alcune informazioni importanti sulla tassazione per l’apprendistato:
Tutti gli apprendisti sono soggetti all’imposta sul reddito personale (IRPEF). Esistono alcune agevolazioni fiscali che riducono l’importo da pagare, progettate per rendere più attraente l’assunzione agli occhi dei giovani talenti.
Dal canto suo, il datore di lavoro ha la possibilità di beneficiare di una detrazione fiscale al momento dell’assunzione di un apprendista. Questa dipende dalle specifiche circostanze dell’assunzione. In linea generale però possiamo dire che più è alto il numero di apprendisti all’interno di un’organizzazione aziendale, più sarà alto il valore della detrazione fiscale.
Inoltre, in alcuni casi, le imprese sono esenti dal versamento dei contributi previdenziali. Ciò si configura come un vero e proprio vantaggio per tutte quelle aziende che decidono di investire nella formazione dei giovani.
Ricordiamo poi che alcune regioni offrono ulteriori agevolazioni e incentivi nel processo di tassazione per l’apprendistato.
E’ importante sottolineare che, affinché l’apprendista possa beneficiare delle agevolazioni fiscali, è necessario che sia assunto formalmente con un contratto di apprendistato.
Come abbiamo già avuto modo di spiegare, quello di apprendistato è una tipologia di contratto di lavoro finalizzato alla formazione e all’occupazione dei giovani talenti. Prevede un periodo di formazione iniziale, al termine del quale l’apprendista è assunto a tempo indeterminato. Le aziende possono attivare questo tipo di contratto con i lavoratori che non abbiano superato i 29 anni di età. In realtà l’introduzione del Jobs Act ha dato la possibilità di estendere la sua applicazione, a prescindere dall’età, anche a:
- .Disoccupati che percepiscono la NAPSI
- .Disoccupati che percepiscono la ASDI
- .Disoccupati che percepiscono la DIS-COLL
- .Disoccupati che percepiscono altri ammortizzatori sociali
Attualmente esistono tre tipologie diverse di contratto di apprendistato. Vediamole insieme:
- .Apprendistato professionalizzante: rivolto ai giovani talenti tra i 18 e i 29 anni, finalizzato a imparare una professione o a ottenere una qualifica professionale. La durata del contratto va da 6 mesi a 2 anni, durante i quali l’apprendista riceve una retribuzione adeguata e acquisisce le giuste competenze.
- .Apprendistato per la qualifica e il diploma professionale: rivolto ai giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni. In alcuni casi l’età massima può essere estesa fino a 34 anni. La durata del contratto va da 1 a 3 anni, durante i quali l’apprendista riceve una retribuzione che cresce gradualmente, in base a una tabella prevista dalla legge.
- .Apprendistato di alta formazione e ricerca: rivolto ai giovani che vogliono intraprendere percorsi di ricerca, alta formazione e di sviluppo tecnologico. In questo caso la durata del contratto varia a seconda delle esigenze del progetto di ricerca, fino a un massimo di 5 anni. L’apprendista acquisisce competenze avanzate, collaborando con istituti di formazione e aziende.
Ricordiamo che le aziende hanno anche la possibilità di stipulare contratti di apprendistato part-time. La retribuzione prevista da questa tipologia di contratto varia in base ai rispettivi CCNL adottati e dal singolo inquadramento.
L’impresa ha l’obbligo di registrare nel fascicolo dell’apprendista sia l’intera formazione svolta, sia l’eventuale qualifica professionale da lui raggiunta.
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Gli apprendisti godono di una serie di diritti, sanciti dalla legge, che garantiscono loro condizioni di lavoro adeguate, oltre che un periodo di formazione volto all’acquisizione di nuove competenze e al consolidamento di quelle di base. Dunque vediamo insieme quali sono i diritti principali degli apprendisti.
I giovani lavoratori hanno diritto a una retribuzione: questa varia a seconda del tipo di contratto e del percorso di formazione. La legge prevede che il valore della retribuzione aumenti in modo graduale durante il periodo di assunzione.
Gli apprendisti hanno anche diritto a un orario di lavoro ben stabilito: questo è sempre congruo al periodo di formazione e prevede delle pause durante l’intera giornata lavorativa.
Durante il periodo di apprendistato, come abbiamo già detto, il giovane lavoratore ha diritto a ricevere una formazione professionale. Questa può essere svolta sia all’esterno dell’organizzazione presso cui l’apprendista è assunto, che al suo interno. A ciò si aggiunge la designazione di un tutor o un responsabile per la formazione, il quale ha il compito di guidare e assistere gli apprendisti durante tutto il percorso.
Al termine del percorso di formazione gli apprendisti hanno il diritto di sostenere esami finali per ottenere la qualifica prevista dal contratto.
Anche gli apprendisti, così come tutti gli altri lavoratori, sono coperti da:
- .Un’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali
- .Un’assicurazione contro le malattie
- .Un’assicurazione contro l’invalidità e la vecchiaia
- .Assegno familiare
- .Assicurazione sociale per l’impiego
Al termine del contratto di apprendistato, in caso di buon esito del percorso di formazione, il datore di lavoro ha l’obbligo di garantire al giovane lavoratore un posto di lavoro adeguato alle competenze acquisite.
Infine gli apprendisti hanno il diritto a congedi retribuiti. Una menzione speciale va a quello per la maternità. In questo caso la durata del congedo non è calcolata ai fini del completamento dell’apprendistato. Infatti una volta rientrata, la lavoratrice lo potrà ricominciare dal punto in cui lo aveva interrotto.
La formazione degli apprendisti è progettata per fornire loro le competenze necessarie per svolgere con successo il lavoro per il quale sono stati assunti.
Questa prevede la fruizione di nozioni teoriche legate al singolo settore e alla specifica professione. Inoltre una parte significativa della formazione avviene direttamente sul posto di lavoro, dove i giovani talenti possono acquisire conoscenze di carattere pratico.
Alla fine del periodo di apprendistato, gli apprendisti devono sostenere esami finali o prove di verifica per ottenere la qualifica o il diploma previsti dal contratto. Queste certificazioni attestano che l'apprendista ha acquisito le competenze necessarie per la professione.
Il percorso di formazione varia a seconda del tipo di contratto di apprendistato:
- .Apprendistato professionalizzante: la formazione viene fornita direttamente dal datore di lavoro per il consolidamento delle competenze di base e l’acquisizione di competenze ulteriori. All’interno del triennio, il monte ore complessivo non può superare le 120 ore
- .Apprendistato per la qualifica e il diploma professionale: la formazione viene fornita dall’istituto formativo al quale il giovane talento è iscritto e non può essere superiore al 60% dell’orario ordinario per il secondo anno e al 50% per il terzo e quarto anno
- .Apprendistato di alta formazione e ricerca: la formazione varia in base agli accordi con gli enti specifici e le Università e viene fornita dall’istituto formativo al quale il giovane talento è iscritto. Nei percorsi di istruzione tecnica superiore non può essere maggiore del 60% dell’orario ordinario