Pubblicato il 16 mar 2020 • 5 minuti di lettura
Dalle caratteristiche moderne e dinamiche, il Vinyasa Yoga è una pratica che mescola e reinterpreta i movimenti di altri due stili: l'Ashtanga e lo Iyengar.
Questo articolo offre una panoramica approfondita sulle caratteristiche della disciplina, sui suoi benefici e sui vari asana da cui è composta.
Come anticipato, il Vinyasa Yoga è una pratica che nasce dall'unione di alcuni dei principi appartenenti sia all'Ashatnga che allo Iyengar ed è caratterizzato da movimenti dinamici supportati dal respiro.
Infatti - proprio in funzione delle sue particolari caratteristiche - ci si riferisce spesso al Vinyasa anche col nome di yoga dinamico.
La parola "Vinyasa" ha origine sancrita. In particolare, "vi" significa "in modo speciale", mentre "nyasa" corrisponde a "posizionare". Da qui le si attribuisce il significato di "fare qualcosa in modo speciale". Altra parola che caratterizza questo stile è "flow" che significa "fluire o scorrere" ed è riferita al passaggio tra le posizioni.
Il Vinyasa Yoga Flow è simile agli altri stili per l'importanza attribuita all'esecuzione corretta degli asana ed eredita uno degli assunti base dello yoga: il perfetto allineamento del corpo durante l'esecuzione dei movimento.
Ciò che più lo differenzia è la fluidità dei movimenti nel passaggio da un asana all'altro e la maggiore forza muscolare richiesta per la sua pratica. Ancora, il pieno controllo del respiro è centrale nello yoga dinamico, in quanto fornisce un aiuto essenziale per il cambio di posizione: qualsiasi movimento deve essere effettuato partendo da esso.
Inoltre - in questa attività - lentezza, eleganza ed agilità si fondono, creando dei movimenti simili ad una piacevole danza.
Essendo frutto di un mix tra più stili, il Vinyasa Yoga Ashtanga fornisce spunti per la creazione di molteplici coreografie che si differenziano in base al livello e alle caratteristiche della classe.
L'esecuzione in sequenza delle posture è un ulteriore tratto distintivo della variante. Qui è fondamentale l'unione degli asana tra loro grazie a dei movimenti di transizione.
In particolare, possiamo evidenziarne tre.
Ovvero la posizione del cane con la testa in giù.
La sua posizione di partenza è su un tappetino in quadrupedia, con le braccia stese e i piedi leggermente distaccati tra di loro.
Da questa posizione si deve formare una V rovesciata. Dunque, è necessario sollevarsi cercando di appoggiare i talloni a terra, allungando al meglio schiena e braccia.
La posizione va mantenuta per qualche istante - con respirazione controllata - e sciolta lentamente al termine.
Ossia la posizione del bastone a terra.
Dopo essersi posizionati sul tappetino con le ginocchia e le mani ben salde a terra, è necessario assumere la posizione del cane con la testa in giù. Si prosegue spostando il busto in avanti sempre mantenendo la schiena e le braccia dritte.
Da qui si piegano i gomiti, con un movimento lento, fino a sfiorare il pavimento col proprio petto. Continuando a respirare, si tiene la posizione per qualche istante per poi scioglierla lentamente.
Si tratta di una posizione fondamentale per il flow ma, allo stesso tempo, abbastanza complessa da eseguire. Se effettuata nel modo sbagliato provoca problemi ai polsi, alle giunture nonché alla zona lombare.
Ovvero la posizione del cane con la testa in su.
Si comincia con la pancia rivolta verso il tappetino, gambe posizionate alla larghezza dei fianchi e dorso del piede rivolto verso terra con le dita ben allungate. Con le mani posizionate al di sotto delle spalle e gomiti ai lati, si solleva lentamente il petto alzando leggermente il bacino.
Le spalle vanno mantenute sempre diritte e ben aperte durante tutto il movimento. Si passa quindi alla posizione del cobra, allungando la schiena all'indietro, con collo ben disteso e rilassato. L'ideale sarebbe portare anche la testa all'indietro. Si mantiene la posizione per qualche istante e si ritorna lentamente a quella di partenza.
Dunque si comincia con Adho Mukha Svanasana, per poi passare al Chaturanga Davanasana e al Urdhva Mukha Svanasana concludendo col ritorno ad Adho Mukha Svanasana.
Si tratta della parte centrale della sequenza del Saluto al Sole, comune a più tipi di yoga e con una duplice funzione: fortificare il corpo e riscaldare i muscoli prima e durante la pratica.
Lo yoga dinamico riutilizza le posizioni proprie degli altri stili. Come abbiamo più volte specificato, ciò che lo contraddistingue è soprattutto la modalità di esecuzione e le sue sequenze.
Essendo anche ispirato alla variante dello yoga Iyengar, è possibile che alcune posizioni siano eseguite con strumenti di supporto quali corde, panche, sedie e via dicendo. Oltre alle posizioni elencate nella sequenza del sole, ce ne sono altre che possono essere eseguite. Vediamo le più comuni.
Ovvero posizione della barca.
Per eseguire l'esercizio ci si deve posizionare sul tappetino con la pancia rivolta verso l’alto, braccia ai lati del corpo e palmi della mano rivolti verso il basso.
Si inizia sollevando gambe, braccia, spalle, testa e la parte superiore del torace mentre si espira. In questo passaggio è importante rimanere concentrati e controllare al meglio la zona lombare.
Si prosegue posizionando gambe e braccia con un angolo di circa 30° e rilassandosi con una respirazione controllata. Si continua allungando le braccia verso le ginocchia, continuando a collocare le mani verso il basso.
La posizione finale deve essere mantenuta il più possibile e sciolta con cautela.
Ovvero posizione del pesce.
Si parte su un tappetino in posizione di padmasana (seduto/a con gambe a farfalla e palmi dei piedi aderenti fra loro). Mantenendo la posizione, ci si distende con la schiena ben rilassata sul tappetino e le mani vicine alle orecchie, con i palmi verso terra.
Da qui, questi ultimi si spingono a terra mentre busto e testa si staccano dal pavimento, appoggiando la sommità del capo a terra. Si continua spostando poi le mani sulle cosce, con i gomiti che poggiano a terra.
A questo punto è opportuno respirare ancor di più e rilassarsi, mantenendo la posizione fino a quando lo sforzo fisico non diventa un fastidio.
Quando questo accade, si scioglie la posizione in modo lento, sollevando la testa e tenendo le spalle lontano dalle orecchie. Si termina l'esercizio allungando una gamba per volta, procedendo lentamente e con cautela.
Altre posizioni che l'insegnante può includere nella sequenza sono, ad esempio:
Perché questo stile fa così bene? Possono farlo tutti? Ci sono delle controindicazioni? Il Vinyasa yoga aiuta nella perdita di peso?
Come molti altri tipi di yoga esistenti, anche lo yoga dinamico vanta svariati effetti benefici riscontrabili dopo una pratica costante.
La meditazione e il rilassamento hanno un'ottima influenza sull'umore e permettono di contenere lo stress e di ridurre le tensioni.
Grazie alla sua predilezione per alcune posizioni che impongono un'estensione della colonna vertebrale all'indietro, tale stile interviene in modo particolare sulla curvatura in avanti di schiena e spalle, modellando e correggendo la postura.
Ancora si verifica un miglioramento del sistema muscolo-scheletrico, il quale viene stimolato e rafforzato. Sempre per effetto delle asana effettuate, si va ad attuare una forte decompressione delle vertebre che diventano molto più forti e flessibili. Il tutto va ad avvantaggiare ulteriormente la schiena grazie ad una riduzione di dolori e fastidi alla colonna vertebrale.
Tutti i miglioramenti a livello muscolare vanno ad ottimizzare le prestazioni anche negli altri sport, perché consentono di acquisire una maggiore consapevolezza e scoperta di sé e del proprio corpo. Inoltre, lo yoga dinamico aiuta a tenersi in forma, attiva il metabolismo e facilita il dimagrimento.
In controtendenza rispetto agli altri tipi di yoga che - in genere - sono sempre molto consigliati a chiunque e senza particolari limitazioni d'età, questo stile non lo è.
Le motivazioni che spingono a riservare la sua pratica ai più esperti risiedono principalmente nella dinamicità dei movimenti e nella forza richiesta.
Infatti, per poter eseguire le differenti sequenze in sicurezza, è opportuno che l'allievo abbia un fisico forte e flessibile. Nonostante queste capacità possano essere acquisite da tutti, è necessario del tempo ed un esercizio continuo.
Ecco perché è sconsigliato alle donne in gravidanza che non praticano yoga abitualmente, a persone con difficoltà articolari, a chi ha subito delle lesioni, agli anziani e - infine - a chi non è ancora sufficientemente allenato.
Uno dei modi migliori per trovare il proprio equilibrio psicofisico è quello di avvicinarsi ad una o più attività sportive che possiamo incastrare nel flusso della nostra giornata e che meglio si adattano alle nostre caratteristiche.
Esistono svariati tipi di yoga che possono aiutarci nella meditazione e nel rilassamento ed è possibile trovare quella giusta per se stessi soltanto dopo averle provate in prima persona.
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