Pubblicato il 10 ago 2022 • 5 minuti di lettura
Inserire dei benefit aziendali può essere una strategia molto valida. In questo modo le aziende possono apparire attraenti agli occhi dei maggiori talenti alla ricerca di un ambiente lavorativo vantaggioso.
Oltre al miglioramento dell’employer branding, con i benefit aziendali può anche aumentare la motivazione dei lavoratori già assunti: ciò comporta una fidelizzazione maggiore.
Le conseguenze dirette o indirette dei benefit aziendali possono includere aumento della produttività, maggiore fiducia tra lavoratori e leader, una positiva work-life balance e molto altro.
È importante considerare che la scelta di uno specifico benefit andrebbe sempre intrapresa in collaborazione con il reparto Risorse Umane e con un contatto diretto con i lavoratori. Infatti indipendentemente dalle opinioni dei vertici dell’azienda, è il lavoratore che deve essere veramente soddisfatto del benefit che sta ricevendo. Per raggiungere questo scopo si possono proporre ai lavoratori questionari e colloqui, da integrare con un elenco di benefit aziendali. I migliori benefici che si possono trarre da questa strategia fanno sì che il lavoratore possa sentirsi ascoltato, valorizzato e coinvolto nelle scelte.
In questo articolo scopriremo quali sono i benefit aziendali più diffusi e apprezzati e in che modo possono essere presentati al lavoratore. Inoltre saranno analizzati alcuni dei vantaggi fiscali dell’inserimento di benefit dipendenti al posto degli aumenti di stipendio.
I fringe benefit sono definiti come compensi in natura offerti al lavoratore al posto di una retribuzione in denaro. Grazie ai fringe benefit, il lavoratore è esente da alcune spese che altrimenti dovrebbe affrontare da solo, mentre il datore di lavoro può approfittare della detassazione.
Nella maggior parte dei casi, si possono trovare i fringe benefit in busta paga. Secondo la legislazione italiana, questi benefit vanno a concorrere al reddito solo al superamento di una determinata soglia. I buoni pasto invece non sono mai inclusi nell’imponibile.
Il limite dei benefit che non si considera come reddito è di 258,23 euro, che è stato alzato a 516,46 euro solo negli anni 2020 e 2021, per incentivare le aziende e i lavoratori a utilizzare questa modalità di retribuzione. In generale, superata questa soglia, è necessario effettuare un conguaglio: si considera l’importo del fringe benefit e si somma con la retribuzione imponibile. In alternativa si può trattenere la differenza della quota del contributo a carico del lavoratore, ma non trattenuta durante l’anno.
Il valore del fringe benefit è equiparabile al reddito del lavoratore, per cui si possono applicare le stesse aliquote INPS e IRPEF. Esistono alcuni casi in cui si applicano dei forfait utili per quantificare fringe benefit difficilmente calcolabili.
Si possono elencare diversi esempi di benefit aziendali, quali i buoni pasto o l’auto aziendale. Tra i benefit più celebri e apprezzati ricordiamo la fornitura di strumenti tecnologici, come gli smartphone, i laptop, le SIM telefoniche, utili per svolgere al meglio le mansioni lavorative, ma anche per uso privato.
I benefit disponibili sul luogo di lavoro permettono di ottenere da parte dei dipendenti motivazione e fidelizzazione. Per citarne alcuni: buffet gratuiti, aree svago e aree relax.
Sono sempre più in voga, tra le aziende, gli spunti che si possono trarre dalle strutture americane, che mettono a disposizione dei lavoratori tavoli da ping pong, biliardini e aree con divani e poltrone.
Se il tono dell’azienda vuole rimanere più serio e tradizionale, o se si teme la distrazione dei dipendenti, si può optare per dei fringe benefit il cui obiettivo è prendersi cura della salute del dipendente. Ad esempio, si possono scegliere assicurazioni sanitarie aziendali non solo per il lavoratore, ma anche per i suoi familiari più stretti.
Ricordiamo anche il benefit dell’offerta di prestiti agevolati.
Per incentivare uno stile di vita più sano e che possa influenzare positivamente il clima aziendale, molte aziende scelgono di offrire abbonamenti in palestre della zona.
Come accennato, i migliori benefit sono quelli che soddisfano la propria forza lavoro. In alcuni ambienti potrebbero essere presenti molti neogenitori, che apprezzerebbero bonus bebè aggiuntivi, asili nido aziendali o congedi parentali extra.
Altri lavoratori potrebbero preferire invece come benefit un auto aziendale.
Non esiste un vero e proprio elenco di benefit aziendali, poiché a seconda della strategia da adottare e della tipologia di lavoratori possono essere inventati diversi modi per riconoscere e premiare il dipendente, senza ricorrere ad un premio in denaro.
Vale la pena approfondire il tema dell’auto aziendale come fringe benefit, vista la sua popolarità e la sua efficacia. I casi in cui viene preferito sono quelli in cui il lavoratore deve viaggiare molto per recarsi sul luogo di lavoro, oppure per portare a termine le sue mansioni.
Spesso il maggiore vantaggio si può ottenere grazie a un’auto aziendale a uso promiscuo, ossia utilizzabile dal lavoratore anche per i suoi interessi personali.
Si possono ottenere ulteriori vantaggi se si considera l’auto aziendale come mezzo da condividere. Infatti avere un piano di mobility che includa car sharing o car pooling può permettere ai lavoratori di condividere del tempo anche al di fuori dell’ufficio e quindi rafforzare i rapporti personali. Allo stesso modo si possono abbattere le spese del tragitto e le emissioni dovute all’utilizzo di più autovetture.
Per quanto riguarda la tassazione, il benefit auto aziendale a uso promiscuo fa parte dei casi in cui si applica un forfait. In primis, si deve considerare il costo chilometrico di esercizio (fornito da tabelle ACI) e quanto trattenuto al dipendente per utilizzare il mezzo a fini personali. A partire da un utilizzo medio di 15 mila chilometri all’anno, si calcola il 30% dell’importo, per ottenere il valore finale forfettario del mezzo. Nel caso in cui l’auto è a uso personale, è considerata come retribuzione.
Offrire dei benefit ai dipendenti non è solo una strategia di fidelizzazione: in tal modo i lavoratori possono comprendere meglio la loro importanza all’interno dell’azienda. Alimentare la loro soddisfazione porta a un miglioramento generale del clima aziendale.
I fringe benefit non sono solo da considerarsi come aggiunte generiche allo stipendio base, ma possono essere anche utili strumenti da usare nel momento di assegnazione di premi e regali. Questo avviene generalmente quando vengono raggiunti dei risultati individuali o di settore, quando gli obiettivi vengono superati o quando si vuole ringraziare i lavoratori per l’impegno dimostrato durante un periodo di difficoltà.
Avere un continuo dialogo con i dipendenti permette all’azienda di comprendere le loro necessità e difficoltà, in modo tale da poter rispondere adeguatamente ad esse. Conservare le risorse e fidelizzare i lavoratori è sempre un vantaggio per l’azienda, rispetto alla potenziale spesa di dover assumere nuovi dipendenti e formarli affinché siano adeguati a ricoprire le loro mansioni.
I benefit aziendali sono tutti quei servizi e beni offerti ai dipendenti oltre la remunerazione standard, che li aiutano a sentirsi motivati e riconosciuti. Alcuni esempi possono essere i buoni pasto, l’auto aziendale, lo smartphone e il laptop aziendale, etc.
In moltissimi casi ogni lavoratore ha esigenze differenti e può avere necessità di accedere a diversi benefit. Consultarsi con ognuno può aiutare il datore di lavoro a raggiungere una maggiore soddisfazione individuale e dunque anche collettiva dell’intero team.
I fringe benefits sono i cosiddetti pagamenti in natura, parte della remunerazione accessoria. Corrispondono ai benefit aziendali e prevedono una serie di beni o servizi disponibili che vanno oltre la retribuzione standard. I lavoratori hanno quindi accesso a strumenti e servizi che permettono loro di avere una maggiore serenità e soddisfazione, ed ottenere un alleggerimento degli oneri legati alla loro attività lavorativa.
Ad esempio con i buoni carburante i pendolari sono più stimolati a raggiungere quotidianamente il posto di lavoro, anche se lontano.
I fringe benefit compaiono in busta paga e sono da considerarsi come parte del reddito imponibile, se superano la soglia indicata dalla legge di 258,23 euro. Ogni benefit al di sotto di questa soglia non è tassato al pari del reddito. Se invece questo limite è superato, allora il valore del benefit si aggiunge alla retribuzione e partecipa al calcolo delle tasse secondo le aliquote INPS e IRPEF, come se fosse denaro versato al lavoratore. Il valore di alcuni benefit è calcolato in maniera forfettaria, sulla base di formule previste dalle normative
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