Pubblicato il 30 gen 2023 • 4 minuti di lettura
Più le strategie di employee retention di un’impresa sono ben strutturate, minore diventa il tasso di turnover. Infatti le aziende in grado di trattenere al proprio interno i talenti migliori sono quelle che creano un ambiente lavorativo positivo ed inclusivo, del quale i dipendenti si sentono parte integrante.
Un modo per incentivare le proprie risorse è quello di erogare gli employee retention bonus.
In questo articolo approfondiamo tale tematica e riportiamo alcuni esempi di attività da mettere in atto per sviluppare un’efficiente strategia di employee retention.
Il retention bonus è un incentivo offerto al dipendente per farlo rimanere in azienda per uno specifico arco temporale. Le aziende decidono di erogarlo soprattutto in momenti cruciali e ai talenti che non vuole perdere.
Un buon piano di welfare aziendale permette alle imprese di offrire ai dipendenti una serie di iniziative e servizi e rafforza l’employee retention, ovvero la capacità di un’azienda di trattenere al proprio interno i talenti.
In Italia i retention bonus, conosciuti anche come bonus di permanenza, sono soggetti alla stessa tassazione del salario normale del singolo dipendente. Infatti sono considerati salari supplementari:qualsiasi compenso in aggiunta alla retribuzione regolare di un dipendente. Il tasso dell’imposta che il lavoratore deve versare dipende dalla fascia di reddito alla quale appartiene.
Un Employee retention bonus (ERB), alla lettera bonus di fidelizzazione dei dipendenti è un incentivo finanziario che offre un riconoscimento extra rispetto alla regolare retribuzione mensile. Il suo obiettivo è quello di motivare il dipendente a rimanere in azienda, ad esempio durante particolari cicli economici, come un’acquisizione, o durante un periodo di produzione al quale è stata fissata una scadenza. Dunque lo scopo degli employee retention bonus è quello di ridurre il tasso di turnover, oltre che il costo di campagne di riassunzione.
Gli ERB impediscono ai talenti più qualificati di lasciare l’azienda ed intraprendere una nuova carriera lavorativa. Alla base c’è la possibilità da parte del dipendente di sentirsi apprezzato e di conseguenza più motivato nel raggiungimento degli obiettivi professionali stabiliti. Se decide di rimanere in azienda per un arco di tempo stabilito, l’azienda si impegna ad erogare uno specifico bonus.
Per poter usufruire dell employee retention bonus, il lavoratore deve lavorare in azienda a tempo pieno per almeno un totale complessivo di 30 ore settimanali. Inoltre deve avere esperienza pregressa nel ruolo professionale che ricopre e di conseguenza possedere un alto livello di abilità. Infatti le imprese tendono a offrire i bonus di conservazione alle figure senior. Bisogna però considerare anche i percorsi di crescita di ogni singolo lavoratore.
Nella maggior parte dei casi, le aziende pagano l’employee retention bonus una volta concluso il periodo transitorio previsto dal contratto. Ad esempio se si stabilisce che il dipendente lavorerà su un progetto della durata di 6 mesi, il bonus verrà pagato dopo 7 mesi. In questo modo l’impresa è sicura che il lavoratore garantirà la sua prestazione fino al termine del progetto.
Gli ERB possono essere pagati in un’unica soluzione o in rate mensili o trimestrali.
Un piano di retention è un insieme di strategie che un’azienda può mettere in atto, al fine di incentivare i propri dipendenti e talenti migliori a rimanere in azienda e di conseguenza ridurre il tasso di turnover. Deve sempre essere sviluppato sulla base delle esigenze specifiche dell’impresa e le caratteristiche della sua popolazione aziendale.
Il retention plan è costituito da una serie di elementi, vediamoli insieme:
Per essere efficace un piano di retention deve essere continuamente aggiornato e soprattutto monitorato: in tal modo sarà più semplice e veloce raggiungere gli obiettivi stabiliti e far rimanere i migliori talenti all’interno della propria organizzazione aziendale.
L’employee retention comporta tutta una serie di strategie finalizzate non solo a soddisfare i dipendenti, la risorsa più importante di un’impresa, ma anche a trattenerli e non lasciare che possano valutare altre offerte lavorative.
Un lavoratore potrebbe lasciare l’impresa per svariati motivi, ecco perchè bisogna stare attenti ai segnali premonitori: una diminuzione della produttività e della motivazione, continui permessi, ritardi ed uscite anticipate.
Una buona strategia di employee retention comincia al momento delle assunzioni. E’ importante attirare e coinvolgere i candidati più adatti, perché comporta una riduzione dei costi e di tempo per trattenere le persone.
Inoltre è importante che il dipendente si senta coinvolto e si identifichi negli obiettivi e nella cultura aziendale. Per far sì che ciò accada si può offrire ad una risorsa demotivata un nuovo ruolo o un nuovo progetto che vadano a stimolare le sue capacità. Ricordiamo anche che se un dipendente è impegnato in un progetto importante e complesso, è importante aumentare la sua motivazione attraverso un incentivo finanziario. In tal modo il lavoratore premiato aumenta la propria produttività ed è in grado di portare a termine le sue mansioni in modo più semplice.
I dipendenti di un’azienda trascorrono gran parte della propria giornata all’interno degli spazi dell’impresa: ecco perché è necessario garantire loro un ambiente positivo ed inclusivo, nel quale le loro esigenze trovano ascolto.
Le aziende devono anche offrire, al loro interno, possibilità di carriera e di sviluppo professionale. Non può mancare l’offerta di benefit e compensi competitivi.
Letteralmente il termine retention significa conservazione. Nel mondo degli HR viene utilizzato per indicare la capacità di trattenere i migliori talenti all’interno dell’organizzazione aziendale. Vengono messe in atto una serie di politiche di fidelizzazione dei dipendenti, al fine di soddisfare le loro esigenze e non lasciare che decidano di intraprendere una nuova carriera professionale all’interno di un’altra impresa. Si tratta di strategie che tendono a migliorare la loro soddisfazione sul lavoro, concorrendo a ridurre il tasso di turnover e dunque i costi di assunzione di nuovo personale e la sua formazione.
I retention bonus vengono erogati dalle imprese in forma di denaro o di azioni aziendali, per incentivare i dipendenti a rimanere in azienda per un determinato periodo di tempo, ad esempio quello necessario alla realizzazione di un progetto. Nella maggior parte dei casi, le aziende pagano l’employee retention bonus una volta concluso il periodo transitorio previsto dal contratto.
Per fare retention azienda è fondamentale elaborare una giusta strategia. Bisogna costruire un piano di azione basato sull’ascolto dei dipendenti. Infatti i loro feedback permettono di agire di conseguenza e di comprendere ciò che sta realmente accadendo sul posto di lavoro. Mantenere i sondaggi anonimi è un modo per ricevere risposte oneste. E’ fondamentale cercare di assumere le persone giuste sin dall’inizio, al fine di ridurre il tasso di turnover e coinvolgere la popolazione aziendale per mantenere il suo livello di motivazione sempre alto. Costruire un ambiente di lavoro positivo garantisce lavoratori più sereni e meno intenzionati a lasciare il proprio datore di lavoro, soprattutto se offre loro la possibilità di una crescita professionale.
I retention bonus, conosciuti anche come retribuzione di mantenimento, sono uno strumento utilizzato dai datori di lavoro per aiutare ad attrarre o trattenere in azienda le risorse migliori. Si tratta di una somma forfettaria di denaro, erogata dall’azienda, in cambio della sua permanenza per un periodo stabilito.
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