Pubblicato il 19 apr 2021 • 4 minuti di lettura
L’esercizio burpee è tra i più conosciuti tra gli amanti dell'allenamento funzionale ed è sicuramente anche uno degli esercizi più impegnativi ed efficaci che siano mai stati creati per allenarsi.
In questo articolo facciamo luce sulla corretta tecnica di esecuzione, sui muscoli coinvolti, sulle varianti più comuni e sui movimenti che invece andrebbero evitati.
Il burpee è un esercizio ginnico multi-articolare che riesce ad attivare quasi tutti i muscoli del corpo.
Inventato nel 1940 dal fisiologo americano Royal H. Burpee - da cui prende il nome - il burpee aveva inizialmente il solo obiettivo di valutare la forma fisica di chi lo praticava.
Ha raggiunto poi grande popolarità durante la seconda guerra mondiale, periodo in cui era appunto usato per valutare il livello di resistenza dei soldati.
Per ottenere il massimo risultato da ogni sua ripetizione è fondamentale che il burpee sia eseguito nel modo corretto.
Ecco un video riassuntivo che ti spiega i principali passi da seguire.
Di seguito descriviamo invece in modo dettagliato le diverse fasi che ti permetteranno di eseguire al meglio l'esercizio burpees:
Questo è il burpee nella sua versione classica, ma esistono tantissime altre varianti che possono rendere l'esecuzione dell'esercizio più semplice o, al contrario, più difficile.
Che muscoli allena il burpee? I gruppi muscolari nell'esecuzione dell'esercizio sono davvero molteplici:
Se eseguito nel modo corretto, il burpee è uno degli esercizi migliori per tenersi in forma poiché - come già anticipato - consente di tonificare egregiamente la stragrande maggioranza dei muscoli del corpo.
Il burpee permette di:
Dopo aver parlato dei principali benefici dell'esercizio, passiamo alle varianti più diffuse, alcune delle quali permettono di ridurre l'intensità ed altre, al contrario, di aumentarla ancor di più.
Il burpee permette di modificare leggermente i muscoli obiettivo grazie a delle variazioni al movimento iniziale. Ecco le principali.
Partiamo da una versione molto più semplice dell'esercizio burpees. Le modalità di esecuzione sono molto simili al burpee, ma l'esercizio può essere semplificato in due modi.
La prima variante facilitata consiste nell'eliminazione dei salto finale. Dunque, si parte in piedi, si passa in posizione di squat, si poggiano le mani a terra, spingendo i piedi indietro fino ad arrivare in plank, si riportano le gambe in avanti e si sale, eliminando il salto esplosivo verso l'alto.
In questa fase si può scegliere sia di salire senza effettuare altri movimenti, che di sollevare solo i talloni, contraendo anche i glutei.
La seconda modifica che può essere effettuata per semplificare l'esercizio, nell'eliminazione del saltello all'indietro per passare in posizione di plank.
Puoi sostituire il movimento portando una gamba per volta all'indietro, restare per qualche secondo in plank, riportare una gamba per volta in avanti e risalire. Anche qui, se sei un principiante, puoi decidere di sostituire il salto esplosivo verso l'alto semplicemente alzando i talloni e contraendo i glutei.
La variante del push up burpee non incide sui movimenti finali, bensì sulla fase di discesa dopo lo squat e serve a tonificare maggiormente anche i muscoli delle braccia.
Infatti, una volta raggiunta la posizione di plank, si aggiunge un piegamento. Quest'ultimo può essere fatto anche con le gambe piagate, laddove la persona che lo esegue non dovesse essere allenata a sufficienza.
Iniziamo adesso a complicare un esercizio - di per sé - già difficoltoso.
Come potrai già immaginare, il burpee tuck jump prevede un salto verso l'alto. Dunque, anche qui ti ricordo che le modalità di esecuzione dell'esercizio sono le stesse della variante classica, ma la differenza sostanziale sta nella fase finale dell'esercizio ed interessa il salto verso l'alto.
Quest'ultimo prevede che - in fase di salita - le ginocchia siano flesse e portate all'altezza dell'addome, con un movimento rapido ed esplosivo. Le braccia non vanno portate verso l'alto.
Anche qui è fondamentale cercare di proteggere il più possibile le articolazioni. Occhio dunque alla fase di atterraggio: cerca sempre di cadere morbidamente sulle ginocchia, piegandole leggermente e cercando di fare tanta attenzione, affinché le caviglie non subiscano sollecitazioni errate.
Altra variante che serve ad intensificare l'esercizio è quella del frog burpee.
Anche qui la parte che subisce una variazione è quella finale. Si passa dunque da un salto verso l'alto ad un salto in avanti. L'obiettivo è quello di cercare di arrivare il più lontano possibile, atterrando direttamente in posizione di squat.
Anche qui la raccomandazione è sempre quella di tenere l'addome ben contratto e di atterrare delicatamente per evitare infortuni.
Il burpee è un esercizio da fare a corpo libero, ma è possibile intervenire sull'intensità non solo mediante la variazione dell'esercizio, ma anche tramite l'aggiunta di alcune attrezzature, come dei manubri, ad esempio.
Quanto al numero di ripetizioni, chiaramente questo varierà in base alla propria forma e caratteristiche fisiche: per chi non è allenato a sufficienza, il consiglio è quello di cominciare con poche ripetizioni (tra le 5 e le 10 ripetizioni per serie), per poi aumentarle col tempo.
Il burpee, proprio per la difficoltà dei movimenti richiesta e per il passaggio veloce da una posizione all'altra è un esercizio davvero difficoltoso e per nulla esente da rischi.
Se fatto male, questo esercizio può infatti provocare degli infortuni anche abbastanza importanti, in particolar modo alle ginocchia, alle caviglie, alle spalle e alla parte bassa della schiena.
Ancora, il burpee è un movimento sconsigliato a chiunque si trovi in condizioni di obesità, a chi non si allena da tempo, a chi ha problemi cardiaci e/o respiratori.
Ecco dunque una serie di errori che è bene evitare e in cui si potrebbe incorrere facilmente, proprio a causa dei cambi repentini del movimento.
Quando si scende in squat, mai perdere di vista la posizione delle ginocchia e dei piedi: questi ultimi non devono ruotare verso l’interno. Quando si passa in plank, non bisogna mai “spanciare”, dunque è necessario che l’addome sia sempre attivo e che formi una linea con le spalle e le caviglie, per evitare infortuni alla schiena.
Ancora durante il salto è necessario portare le braccia verso l’alto, evitando piegamenti in avanti. Un altro errore da non commettere è quello di atterrare con le ginocchia rigide: queste ultime non devono essere tenute in tensione, per evitare di provocare infiammazioni alle articolazioni.
Ultimo errore ma non meno importante riguarda la respirazione: mai trattenere il fiato e ricordarsi sempre di mantenere una respirazione costante.
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